Green Valley
Cosa c’è di meglio di un’opera che si stupisce stravolgendo le tue aspettative? Un’opera che ti stupisce stravolgendo le tue aspettative ma che funziona tanto bene che non te ne accorgi nemmeno, di essere finito a testa in giù. Con la quantità bulimica di narrativa prodotta in questo periodo pare niente affatto semplice, e semplice non è, ma qualcuno ancora ci riesce infilando un inaspettato centro perfetto.
Davvero grande in tal senso la prova di Max Landis e di Giuseppe Camuncoli, orgoglio nazionale esportato all’estero, che con il logo Green Valley realizzano un fumetto che non fa nient’altro che narrare una storia che gira come un orologio svizzero da ogni punto di vista. E scusate se è poco. Ci si aspetterebbe un fantasy, dall’incipit, ambientato in un medioevo mitico con tanto di grandi eroi, saccheggi, amori e drammi, tutto l’armamentario per qualcosa di molto classico, e invece no. Landis spariglia le carte più volte e con una velocità quasi disorientante e con la perizia dello sceneggiatore consumato, compiendo un salto di genere vero e proprio, svelandoci in corso d’opera che stiamo leggendo una storia di fantascienza e riuscendo, nel contempo, a far tornare tutto con un’esecuzione pulita come se ne vedono poche in giro, un ritmo che non vede mai cali e personaggi caratterizzati in maniera funzionale in poco spazio.
Le matite di Camuncoli dimostrano che il giro che conta se lo merita, lo stile è quello classico dei comics americani, ipercinetico e ad alto impatto, solido nel tratto e potente nella regia, con tavole che tengono testa egregiamente a una sceneggiatura che rischiava di essere azzoppata da un disegnatore meno capace.
Menzione d’onore al formato Premium Pack, cofanetto che raccoglie tutti e nove gli albetti della miniserie permettendo di gustarla a rate o in una soluzione unica, tanto è tutto molto bello lo stesso.