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Anno 2022 – I sopravvissuti

Titolo Originale:
Soylent Green
REGIA:
Richard Fleisher
CAST:
Charlton Heston (Detective Thorn)
Leigh Taylor-Young (Shirl)
Chuck Connors (Tab Fielding)

Il nostro giudizio

Le dita della mano aperta di Charlton Heston si protendono verso l’alto in un gesto disperato che accompagna l’implorazione del suo ultimo grido, prima che il suo corpo venga portato via in fin di vita per aver voluto sapere oltre il consentito: “Dovete fermarli!”, e poi ancora, con un’ impeto più forte: «Dovete fermarli,.. prima che sia troppo tardi!!!», e il fermo-immagine chiude Anno 2022 – I sopravvissuti, thriller d’anticipazione diretto con mestiere da Richard Fleischer. La scoperta della verità imponderabile che soggiace alle imposture ideologiche della gestione politica di una moltitudine eccessiva da governare iscrivono il film in quel filone della fantascienza che  pone la  catastrofe ambientale come architrave di un paradigma che si oppone alle utopie positivistiche sul futuro dell’umanità. Il “senso della fine” non è più derivato da una questione meramente culturale (da spengleriano Tramonto dell’Occidente o su un’altra sponda dalla cultura critica di Francoforte), ma dalla consapevolezza della negatività contemporanea, costretta a temere l’incubo del disastro atomico. Dalla narrativa (Ballard, ecc.) inizia a farsi strada alla fine degli Sessanta anche nel cinema questa sottile linea inquietante.

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Anno 2022 – I sopravvissuti, che è tratto dal romanzo Make Room, Make Room di Harry Harrison, ipotizza l’entropia di un futuro non lontanissimo in cui la popolazione mondiale è cresciuta fino a giungere a proporzioni colossali, il clima si è arroventato divenendo un'”estate torrida che dura tutto l’anno” e il problema del cibo è diventato il problema cardine per la stessa sopravvivenza della specie umana. Esaurita ogni possibilità di ricorrere ai prodotti della Terra, ormai resa arida dall’ipertrofico sfruttamento intensivo degli anni precedenti, si è ricorso permanentemente al razionamento d’emergenza di gallette fatte con un concentrato a base di alghe d’oceano. Ma nel frattempo, tra il 2015 e il 2019, anche il mare ha esaurito le sue risorse energetiche e allora pochi anni dopo l’umanità dovrà mangiarsi i corpi di centinaia di migliaia di cadaveri di se stessa che industrie robotizzate provvedono a trasformare nel preparato alimentare chiamato Soylent Green. Lo “spazio ansioso”, per usare un’espressione di cui si è avvalso Enzo Ungari per analizzare il genere catastrofico (Immagini di un disastro, 1975), “tende a invadere tutto lo schermo”; non si sfugge. La verità scoperta dal protagonista, “spannung” della costruzione drammatica, chiude l’ultima feritoia della speranza e promuove infine la catarsi dello spettatore, che ha modo di liberarsi da quell’atmosfera opprimente.

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Ciò che fa infatti di Anno 2022 – I sopravvissuti un film, se non bello, almeno originale rispetto ad altri dello stesso filone, è l’efficace illustrazione di un quadro paradossale in cui la fantascienza umanistica è prestata per un’allegoria sull’estremizzazione dei mali della società. Le classi sociali sono divaricate all’inverosimile. Le sommosse da parte dei cittadini dell’impero esplodono di continuo e il bio-potere cerca di soffocarle con la violenza delle spalatrici meccaniche e la repressione delle centurie della polizia. I potenti vivono in appartamenti lussuosi e si permettono vizi e prelibatezze, la moltitudine si accovaccia in ogni angolo degli alveari della megalopoli e dipende totalmente dall’acqua e dal “cibo di Frankenstein” che gli è concesso. Le chiese sono diventate lazzaretti e l’eutanasia è incoraggiata da riti molto speciali, come si vede in una delle ultime scene dove Edward G. Robinson ci lascia per sempre dal cinema.