Blue Ruin
2013
Blue Ruin è un film del 2013, diretto da Jeremy Saulnier.
Scordatevi Murder Party, sciocchezzuola dark (comedy) su un gruppo di sfigati che organizza una festa di Halloween per il gusto di massacrarsi a vicenda, e guardate Blue Ruin come l’opera di un regista, Jeremy Saulnier, non solo sensibile e attento ma anche dotato di un certo carismatico raziocinio.
Blue Ruin si apre con un barbuto Macon Blair che vive in macchina, raccatta il cibo dai bidoni della spazzatura e per qualche strana ragione cerca di procurarsi un’arma. Sembra un Into the Wild in salsa thriller. Poi arriva l’omicidio, immotivato (forse), sanguinario (certo) e tutto cambia.
Blair è il carnefice, ma si trasforma subito in vittima e inizia la caccia all’uomo. Sembra un film di Sam Peckinpah, ma senza il ralenty. Blair ha ucciso per difendersi da una vendetta che ha già portato all’omicidio dei suoi genitori. Ma il sangue, si sa, chiama sangue e i fratelli dell’assassinato si mettono sulle tracce di Blair.
Insomma sarà una carneficina famigliare nel cui finale Saulnier (anche sceneggiatore) darà l’ultimo colpo di coda che scava nel profondo.Un meccanismo perfetto, che funziona e aggredisce allo stomaco.
Lo sguardo è quello disperato, di un film che si prende (giustamente) sul serio, senza però rinunciare a quello sguardo popolare che rimanda a un altro tipo d’intrattenimento.
In Blue Ruin, il sangue scorre a fiumi, ma la violenza si stempera in una contenuta ironia (la scena del tiro al bersaglio col fratello rapito e nascosto nel baule) che però non svacca mai nello humour di grana grossa a cui Tarantino ci ha abituati. Forse un altro modo di intendere il cinema lo abbiamo trovato.