Oltre la follia
2016
Oltre la follia è un film del 2016, diretto da Luigi Zanuso
Luigi Zanuso, il regista porno più folle d’Italia, alla veneranda età di 80 anni dirige quello che lui stesso definisce il suo ultimo film (ma ci auguriamo di no): Oltre la follia (2016), il primo non indipendente e prodotto dal misterioso Rino Scorbellini della Aborsky Produktion (omaggio a uno pseudonimo di Joe D’Amato). In realtà, è riduttivo definire “pornografico” il cinema di Zanuso, e Beyond Madness è un po’ il compendio della sua lucida follia cinematografica: un mondo allucinato dove l’elemento hard si fonde con il surrealismo, il grottesco, il nonsense e anche l’horror talvolta – soprattutto in questo film –; e l’eccitazione convive con il disgusto e la rappresentazione delle perversioni più estreme, alternando protagonisti esteticamente gradevoli con altri volutamente brutti e decadenti. Zanuso si è sempre tenuto distante dalla pornografia “finta” dei corpi belli e perfetti, preferendo qualcosa di più “vero” e sperimentale che dà sfogo in modo quasi catartico agli istinti più nascosti dell’essere umano, sempre filtrato da uno sguardo visionario e onirico: un cinema senza compromessi, visivamente fortissimo, al limite del sostenibile, che in più occasioni pare richiamare il Cinico TV di Ciprì e Maresco o i vecchi mondo-movies sulle aberrazioni sessuali dove il confine tra realtà e finzione si fa più che mai labile.
Come le precedenti opere, Oltre la follia non ha una vera trama: tutto si snoda attraverso una serie di quadri visivi, introdotti ciascuno dallo stesso Zanuso mentre legge un suo libro di aforismi (nella vita è anche scrittore); preceduti da frasi sue o di celebri filosofi, si susseguono impressionanti tableaux vivants, squarci onirici che come nei sogni procedono per accumulo e senza un preciso significato apparente. Zanuso, che all’inizio compare nel ruolo di Diogene con la lanterna mentre “cerca l’uomo”, li infarcisce di metafore psicanalitiche, ma più che il significato conta il significante, il visibile, che raggiunge qui lo zenit di quel “sublime e perverso” da sempre ricercato nella sua poetica. Bellezza e raccapriccio sono un tutt’uno in Beyond madness, dove le performance sessuali si svolgono in stanze con inquietanti manichini (elemento ricorrente della sua estetica) e una quantità enorme di carne animale, fra intestini, fegati, occhi, persino una testa di maiale, spesso utilizzati come feticci erotici – pensiamo alla bionda matura e tatuata che si masturba con le budella – e dal sapore buñueliano e cavalloniano (si perdonino gli accostamenti forse azzardati), in una serie di sequenze fin troppo reiterate (qui sta il limite principale del film).
Mentre le bocche lussuriose strappano la carne a morsi e i corpi si cospargono di sangue, si susseguono hand-job, blow-job, masturbazioni femminili, penetrazioni da entrambi i lati (anche con pezzi di carne animale), pissing (ricordiamo Julien D’Annunzio che si abbevera dalla fonte) ed eiaculazioni maschili e femminili: nel cast il piatto forte è servito infatti dalla splendida Rosario Gallardo, che si esibisce in una serie di impressionanti squirting, orgasmi urlati e pissing; da notare anche la presenza della sensuale trans Venus T. Gender. Le sequenze sono accompagnate da brani di musica sinfonica talvolta contrastati da pezzi elettronici e dissonanti, al servizio di una follia visiva e sonora senza limiti.