Remember Me
2014
Remember Me è una serie tv del 2014, scritta da Gwyneth Hughes e diretta da Ashley Pierce.
Tom Parfitt (Michael Palin) è un anziano che vive, solo, in una casa gonfia di ricordi, e da anni non riceve alcuna visita di amici e parenti. Dopo aver finto un incidente domestico, viene ricoverato in una struttura di cura. Successivamente al suo arrivo, l’assistente sociale precipita in circostanze misteriose dalla finestra della camera in cui il vecchietto è ospite, perdendo la vita. Iniziano così le indagini, condotte dal detective Fairholme (Mark Addy) affiancato da Hannah (Jodie Corner), una giovane ragazza che presta servizio nella casa di cura. Remember Me è una mini-serie che offre allo spettatore, attraverso la figura di un anziano indifeso e autoironico, il mistero che accompagnerà tutta la sua durata: da cosa scappa Tom? In un appartamento senza corrente elettrica ma saturo di foto in bianco e nero, si insinua il dubbio sulla sua possibile colpevolezza o sulla sua presunta innocenza. L’anziano altalena passando dal ruolo di vittima a quello di carnefice, e viceversa, dando al tutto delle forti venature da thriller. Chi guarda non partecipa, ma di certo ne resta catturato. La bellezza dei paesaggi di una Gran Bretagna a tinte fosche crea una cornice suggestiva in cui la miniserie si sviluppa passo dopo passo senza mai perdere il ritmo, mantenendo sempre alto l’interesse.
Questo sembrerebbe bastare. Invece Remember Me, scritto da Gwyneth Hughes, aggiunge dell’altro, e senza stonare. In primis, una figura informe che si muove lentamente sotto il sari, l’indumento tradizionale indiano, genera una tensione inaspettata, frutto proprio della sua stranezza e tipicità. La presenza di icone e personaggi orientali che vengono inseriti (anche i vicini di casa di Tom sono immigrati dall’ex colonia britannica) reggono tutta l’impalcatura della vicenda. Non è di certo una casualità che il Paese in cui si svolgono i fatti sia legato a doppio filo con l’India, in una storia sanguinolenta di occupazione e dominio culturale, e che sia proprio il Paese asiatico che in questo caso vuole farsi ricordare a qualsiasi costo. Un altro aspetto, secondario ma senza dubbio rilevante, concerne la lieve impronta di genere che affiora guardando Remember Me. La presenza quasi materna, possessiva, che accompagna la vita dell’anziano signore: la compagna, ormai defunta, o Hannah che, come una nipote mancata, crederà subito nella sua innocenza: la partecipazione femminile sembra essere una costante, causa anche di una solitudine più lunga di quel che si pensa.
C’è poi una ballata popolare inglese, “Scarborough Fair”, risalente probabilmente agli ultimi anni del XVII secolo e rieseguita in diverse versioni (quella di Simon & Garfunkel o, in italiano, di Angelo Branduardi), che ci accompagna lungo tutta la serie. La sceneggiatrice Hughes sembra adottare l’interpretazione più contemporanea delle parole, in cui per un mondegreen dell’originale alcuni termini vengono mal percepiti dando ulteriore senso ai tormenti che perseguitano i personaggi. Remember Me sintetizza dentro di sé queste immagini così diverse tra loro, ma in modo armonioso e non stridente. Così che il risultato finale è, senza dubbio, un prodotto che lascia un ottimo ricordo.