Mental
2009
Il buonismo corre in corsia: adesso è la volta degli ospedali psichiatrici. Titolo programmatico del nuovo medical-drama targato Fox: Mental.
Ancora ospedali, medici e pazienti per il nuovo medical drama targato Fox. Trattasi di Mental, fiction ospedaliera in salsa psichiatrica, diretta da Guy Ferland e incentrata sulla figura del Dr. Jack Gallagher (Chris Vance – Prison Break, The Secret Life of Us), eccentrico direttore del dipartimento di salute mentale del Worthon Memorial Hospital.
Trasmessa in 35 paesi contemporaneamente, Mental risente della necessità di piacere a un pubblico troppo eterogeneo. Ogni singolo aspetto, dai personaggi all’ambientazione, dai dialoghi alla fotografia, è tristemente scontato, rivelando chiaramente scelte stilistiche e narrative finalizzate alla conquista dello share piuttosto che alla qualità.
Pur spaziando ad ampio raggio nei meandri della mente umana, tra disturbi isterico-depressivi e stati catatonici, tra ossessioni e sindromi di ogni genere, pazienti e relative patologie non sono adeguatamente approfonditi, finendo per fare da sfondo alle vicende esistenziali dei veri protagonisti, i medici.
Ovviamente in prima posizione si staglia il fascinoso direttore dal passato oscuro, intorno al quale ruotano i co-protagonisti: Nora Skoff (Annabella Scorra – I Soprano, Law & Order), direttrice del reparto e sua ex fiamma, Carl Belle (Derek Webster – CSI: Miami) e Veronica Hayden Jones (Jacqueline McKenzie – 4400), colleghi di tendenze conservatrici dichiaratamente suoi rivali.
Un plot chiaramente ispirato al famoso Dr. House, ma in versione politically correct. Gallagher preferisce ai modi burberi e schietti la dolcezza e l’affabilità, convinto che un approccio più umano possa essere determinante ai fini della risoluzione terapeutica, in cui rivestono un ruolo fondamentale l’empatia e la condivisione della sofferenza (esemplare in proposito il primo episodio della serie, in cui Gallagher si denuda di fronte ad una sbalordita equipe medica per conquistare la fiducia di un paziente in evidente stato di squilibrio psichico).
Il faccino da bravo ragazzo e il sorrisetto ironico che contraddistinguono il nostro eroe dalla prima all’ultima puntata lo facilitano a loro volta nel raggiungimento dei suoi obiettivi professionali, peccato che l’apparenza rassicurante fatichi a far altrettanta breccia nei cuori degli scettici colleghi e degli annoiati telespettatori.
Non sempre gli ingredienti giusti sono garanzia di successo: in questa ricetta un po’ di peperoncino e qualche spezia in più non sarebbero di certo guastati! Insomma nulla di nuovo e di entusiasmante sul fronte mediatico.