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Lie to me

2009
Titolo Originale:
Lie to me
CAST:
Tim Roth (Cal Lightman)
Kelli Williams (Gillian Foster)
Brendan Hines (Eli Loker)

Il nostro giudizio

Lie to me: Tim Roth e il suo team collaborano con la polizia leggendo la verità scritta sui volti degli assassini nella serie trasmessa dalla Fox. 

Dopo la pausa forzosa causa sciopero sceneggiatori, ritornano i serial e ritornano le idee (necessariamente da oltreoceano, visto che in Italia tornano solo medici in famiglia, poliziotti e mafiosi): nasce anche Lie To Me, prodotto nuovo di zecca che si fregia della presenza di Tim Roth come personaggio principale. Dimostrando prima di tutto e ancora una volta come i serial in America siano la forma di intrattenimento più rivoluzionaria della cultura cinematografica del nuovo millennio, visto che interpreti di prima grandezza fanno a gara per prendervi posto (Harvey Keitel nel remake statunitense di Life on Mars, Glenn Close in The Damager). E innestando poi nuovi spunti e nuovi orizzonti nella narrativa sullo schermo.

Lie To me prende si le mosse dalle nuove coordinate poliziesche imposte da Brukheimer e da CSI, e imposta il carachter centrale a là Dr House, spigoloso e presuntuoso. Ma le prime puntate scivolano lisce per la novità della trama: un professore che collabora con la polizia ispirato al Dr. Paul Ekman, esperto conoscitore del comportamento umano tramite il linguaggio del corpo, attraverso discipline affascinanti come la cinesica, la prossemica e la semiotica.
Recitazione brillante, dialoghi frizzanti, trame inusuali (troppo vicine come casistica, però, alla stramberia da manuale del già citato Dr. House), relazioni interpersonali ben costruite. In Italia, hanno trasmesso i primi episodi della prima stagione: presto per un giudizio complessivo ed esauriente. Di certo c’è che Lie To Me promette bene, ma altrettanto fa pensare a un possibile peggio: sempre come il vicino House, la serialità a lunga scadenza sembra adattarsi poco ad una storia buona in partenza ma che potrebbe rivelarsi ripetitiva a lungo andare, a meno che dell’inserimento di una linea narrativa verticale interessante e proficua.