Nudeodeon
1978
Nudeodeon di Marino Girolami: un innocuo documentario sexy trasformato in un sandwich di sequenze a luce rossa.
In Italia c’è stato un tempo in cui bastavano pochi secondi di sesso esplicito all’interno di un film, per riempire una sala. Quei pochi secondi valevano il prezzo del biglietto, a prescindere dalla qualità del resto. Ecco perché, con la nascita dei cinema a luci rosse, anche i vecchi fondi di magazzino trovavano il loro spazio. Era sufficente qualche accorgimento: Ia Orana (aka L’amore è una dolce ghirlanda) un filmetto italiano di ambientazione polinesiana, prodotto nel 1971 dalla Prora Film e mai distribuito, fa il suo ingresso nelle sale cinematografiche nel 1982 con il titolo Thaiti, sexy paradise, dopo un restyling a base di inserti operato dalla Cinedaf, nel 1979. Nudeodeon ha una genesi simile: «(Il film) è nato perché la società di produzione aveva rilevato parecchio materiale appartenente ad un documentario americano degli anni ’60, credo mai uscito o addirittura rimasto incompleto, sul genere di quelli che si giravano in Italia, con balletti, spogliarelli, qualche nudo e roba simile. Il compito mio, e del regista Marino Girolami, è stato quello di “modernizzarlo”, per renderlo commerciabile: abbiamo quindi rigirato qualche inquadratura qua e là, e qualche sequenza più spinta, in linea con gli standard del momento» (Maurizio Centini).