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Peacock

2009
Titolo Originale:
Peacock
REGIA:
Michael Lander
CAST:
Cillian Murphy (John/Emma Skillpa)
Ellen Page (Maggie)
Susan Sarandon (Fanny Crill)

Il nostro giudizio

Peacock, opera prima di Micheal Lander, è un thriller psicologico che affronta l’incubo della doppia personalità offrendo un’ottima interpretazione attoriale.

Peacock è l’ennesimo caso di un piccolo film, ben confezionato, che arriva in Italia direttamente per la distribuzione homevideo senza passare dal via. Opera prima del regista Michael Lander, che ne ha curato anche la sceneggiatura, Peacock è un interessante thriller psicologico, non un capolavoro, ma un prodotto misurato, con una buona caratterizzazione dei personaggi e un’ottima performance attoriale. In particolare per Cillian Murphy, che torna a vestire panni femminili dopo la prova di Breakfast on Pluto unendovi l’inquietante instabilità di Batman Begins. Nonostante un cast al di sopra della media per un film passato in sordina (Susan Sarandon, Bill Pullman, e l’Ellen Page di Juno) l’attore inglese ruba la scena, attira l’attenzione su di sé con un’interpretazione intensa, delicata e credibile, rendendo tangibile la follia che annebbia la mente del suo personaggio.

L’infanzia di John Skillpa è trascorsa all’ombra di una madre dispotica il cui amore ossessivo ha generato nel figlio fobie e nevrosi. Morta la madre, John esorcizza gli abusi infantili in uno sdoppiamento di personalità, e quando è in casa, al riparo da occhi indiscreti, si trucca, si veste, indossa una parrucca e diventa Emma, una donna che si occupa delle faccende domestiche osservando il mondo esterno e desiderando una vita normale. Quando il deragliamento di un treno svela l’esistenza della donna alla comunità inizia una lotta tra le due personalità in contrasto, e mentre Emma cerca di prendersi gli spazi che desidera esponendosi e lottando per l’emancipazione dal suo alter ego, John lotta per tenerla nascosta e sotto controllo. E nel dolore di una ferita che oscilla tra passato e presente solo una parta avrà la meglio.
Peacock è un film che sicuramente inciampa in qualche difetto, a volte lento, a tratti poco fluido, spesso rigido e teatrale. Senza sfiorare il livello stilistico e formale del più illustre antenato Psyco, Lander riesce però a rendere la dimensione delirante e ovattata di una mente malata avvalendosi del supporto della fotografia e della destabilizzante colonna sonora. Spesso la sceneggiatura risulta appesantita da scelte non felici, ma nel complesso è un buon film, coraggioso per essere un’opera prima e sicuramente degno di qualche attenzione in più rispetto a quelle ricevute. Ci vuole coraggio per invadere l’intimità di Norman Bates. Messi da parte gli hitchcockiani delitti frutto di una mente sdoppiata in preda al delirio, Peacock penetra nella quotidianità, nell’intimità del personaggio faccia a faccia col suo disturbo. Questa volta non ci si limita a spiare Norman Bates dalla finestra illuminata della grande casa ma si entra tra le pareti domestiche e lo si osserva mentre si guarda allo specchio, mette la parrucca e diventa sua madre.