Osombie
2012
Uno zombesco di ambientazione mediorientale con Osama Bin Laden capo dei talebani resuscitati: il regista John Lyde punta al ribasso.
Osombie di John Lyde è uno di quei film che, per qualche imprecisabile alchimia sensoriale, riescono puntualmente a distrarti dalle loro premesse e a farti concentrare l’attenzione su cose simili ma altre. Ed è qui che salta in testa, chissà come, chissà perché, un ulteriore filmucolo italiano, Eaters (Luca Boni e Marco Ristori), simpaticissimo quanto sgangherato sguardo sull’universo zombesco all’amatriciana, sempre meno apprezzato di quel minimo sindacale sotto il quale non si dovrebbe scendere per principio. In effetti le due pellicole, siamesi nell’idea ma assai differenti per conformazione fisiologica e mentale, sembra abbiano giocato le rispettive carte su un terreno comune, lo scenario bellico, fatto di polveri e desolazione, di zombi affamati e appestanti, e di una divisione militare spedita a compiere una qualche missione. Lo scarto sostanziale è la qualità, eccelsa quella di Boni&Ristori, in proporzione un fastoso kolossal di ambientazione guerresca, fastidiosamente raffazzonata quella di Lyde. Osombie ne potrebbe addirittura essere considerato un gemello deforme e ritardato, il fratellino che non puoi ammazzare per ragioni prettamente morali ma che tieni rinchiuso in casa affinché nessun estraneo sia messo in condizioni di compatirti la famiglia.