Coherence
2013
Coherence è un film del 2013, diretto da James Ward Byrkit.
Una cena tra amici, vino, chiacchiere, qualche droga, poi la luce va via. Tutto il vicinato sprofonda nelle tenebre. In cielo la coda luminosa di una cometa. Gli amici, disorientati, si avventurano verso l’unica casa con la luce rimasta accesa e, quando arrivano, scoprono che quella casa è la loro casa e, sbirciando dalla finestra, che i suoi abitanti sono altri loro.
Coherence, questo il regista James Ward Byrkit, l’inventore di Rango qui al suo debutto dietro la macchina da presa, vorrebbe evocare in una storia che, sulla carta, di coerente non ha nulla. Anzi, la confusione, come ci ha insegnato certo cinema americano dell’ultimo decennio, vorrebbe essere la protagonista del film fino a quando tutti i tasselli del puzzle si ricompongono per miracolo nel finale. O almeno questi gli intenti.
Una cena tra amici, vino, chiacchiere, qualche droga, poi la luce va via. Tutto il vicinato sprofonda nelle tenebre. In cielo la coda luminosa di una cometa. Gli amici, disorientati, si avventurano verso l’unica casa con la luce rimasta accesa e, quando arrivano, scoprono che quella casa è la loro casa e, sbirciando dalla finestra, che i suoi abitanti sono altri loro. Realtà distopica? Mondi paralleli? Il gatto nella scatola di Erwin Schrödinger?
Un po’ di tutto questo e anche di più. Per Ward Byrkit, Coherence è un enorme labirinto dove ognuno finisce per dubitare di tutti, anche di se stesso, e alla fine, nel disordine più totale, scopre i propri istinti omicidi. Sarebbe geniale se non sembrasse un interminabile episodio di Ai confini della realtà e il pubblico smaliziato delle serie tv non ci leggesse subito delle intenzioni più di testa che di pancia.
Alla fine si ha l’impressione che a Coherence più che la coerenza manchi l’anima e che il gioco intellettuale dei mondi alternativi che collassano l’uno nell’altro non sia niente più di questo: un gioco! Interessante il cast, capitanato dal Nicholas Brandon di buffyana memoria, che tenta di sdoganarsi dal pantano tv. Si lascia vedere anche se un po’ fine a se stesso.