Darkroom è un film del 2013, diretto da Britt Napier.

Film con pretese questo Darkroom. La regista e produttrice Britt Napier, è una che si prende maledettamente sul serio. Lei di primo lavoro faceva l’attrice di seconda fila, ma questo non le ha impedito di esordire dietro la macchina da presa grazie allo sceneggiatore-karateka Michaelbrent Collings che le ha proposto questa roba qua. Incominciamo: Michelle (la KayleeDeFer di Gossip Girl e Red State) ha subito un trauma. Mentre litigava col fidanzato in macchina è andata a sbattere e nell’incidente c’hanno rimesso le penne il ragazzo e un’amica.

Per questo finisce in un istituto per gente un po’ disturbata. Ma niente paura, nella casa di cura ci resterà ben poco perché tre fratelli psicopatici (due maschi e una femmina) la rapiscono e la rinchiudono in qualche fabbricato dismesso stile Saw. Qui iniziano le torture. Non a lei, ma ad altre ragazze confinate nello stesso inferno. Perché i tre psicopatici fanno questo? Non ve lo dico… ma vi interessa davvero?

Darkroom non sarebbe neanche così male se non pagasse troppi debiti alla allegra brigata dei torture porn (il seviziatore si diverte a far scegliere alle proprie vittime lo strumento col quale verranno inflitte le pene). Britt Napier cerca forse la formula per un horror femminista, ma fatica a trovare l’equazione. Prova a dare uno spessore ai personaggi, ma il tutto suona fastidiosamente risaputo. Peccato. Fotografia del Frederic Fasano amico di Dario Argento.