Martyrs
2015
Martyrs è un film del 2015, diretto dai Goetz Brothers.
Attenzione perché la seguente recensione di Martyrs contiene una valanga di spoiler. La piccola Lucie fugge da un misterioso deposito dov’è stata tenuta prigioniera e torturata. Accolta in un orfanotrofio, il suo unico conforto è l’amicizia con la coetanea Anna, ma una presenza inquietante e mostruosa continua a tormentarla. Dopo 10 anni, Lucie rintraccia la famiglia che la torturò da bambina e, insieme ad Anna, scopre la sconvolgente verità che si cela dietro le violenze da lei subite. Del Martyrs di Pascal Laugier abbiamo parlato fino allo sfinimento, ma a distanza di anni rimane la perfetta dimostrazione che un film horror può essere profondo, intelligente e, al contempo, capace di colpire duro allo stomaco e stringere il cuore. Detto questo, e premesso che chi scrive non è contrario a priori ai remake americani di film europei, la prima domanda che sorge spontanea, dopo la visione di questo abominio, è: «Ma perché?». Si dirà: «È il mercato, bellezza», e si sa che lo spettatore teen mainstream americano non guarda film sottotitolati neppure sotto tortura, ma un conto sono i remake “cosmetici” ma fedeli all’idea originale, come Blood Story lo fu per Lasciami Entrare o come Quarantine lo fu per REC, un altro è confezionare una sozzeria che in un colpo solo riesce a distruggere la portata epocale dell’originale e a trattare lo spettatore come un ritardato mentale (per quanto teen).
Ma entriamo nel merito di questo nuovo Martyrs, strombazzato ai mercati come “the ultimate horror movie”. Per la prima metà, il film segue piuttosto fedelmente l’originale francese, con qualche differenza non da poco: la trama è spinta a velocità massima (quasi in fast forward), lo sterminio della famiglia di aguzzini è moooolto più soft, i lievi accenni di lesbismo azzerati, e la creatura che perseguita Lucie pare uno scarto della trilogia dell’Hobbit. E fin qui, tutto come da copione. Poi quando irrompe nella casa del massacro la gang degli aguzzini, rispetto all’originale cambia tutto, e non certo in meglio. Ed entriamo in pieno revival del genere torture porn, nella sua variante più becera e insignificante. Prima trovata geniale: Il remake americano mantiene in vita entrambe le ragazze, perché – parola dello sceneggiatore Daniel Stamm :«Mantenerle tutte e due in vita offriva l’opportunità di creare un gioco psicologico tra di loro e i torturatori». E così Lucie continua a essere gonfiata come una zampogna, mentre Anna è rinchiusa nella mini-Guantanamo della congrega di torturatori, in attesa dello spiegone, che puntualmente arriva e ovviamente non ha alcun senso nell’ambito di questo pasticcio. Scordatevi gli aguzzini così ordinari e perfino compassionevoli del Martyrs originale (amplificando a dismisura l’impatto delle crudeltà in scena), perché qui tutti hanno il classico ghigno da cattivo da operetta.
Seconda trovata geniale: dopo una fuga rocambolesca (sic!), Anna si trasforma in un angelo vendicatore che a suon di coltellate e mitragliate fa di tutto per salvare l’amica martirizzata, liberare in stile Expendables i prigionieri della prigione e fare un culo così ai cattivoni, nel frattempo riuniti in un’arena quasi gladiatoriale a godersi le sofferenze dei loro prigionieri. Ah, c’è pure una disgraziata messa al rogo, senza motivo e (per dirla alla Renè Ferretti) alla cazzo di cane. Infine si arriva alla rivelazione del Segreto (ovvero,cosa c’è oltre la morte?) e inizia un tragicomico balletto di continui: “Io lo so ma non te lo dico”, “Io lo so ma non l’ho capito” e “Io lo so ma sono stronzo e mi ammazzo pur di non dirtelo”, che raggiunge livelli inauditi di idiozia. Aggiungiamo anche una regia piatta come una tavola da surf, firmata dall’ennesima accoppiata registica di fratelli cialtroni, e l’indigesto pappone è servito! A guidare il cast, troviamo nientemeno che Troian Bellisario e Bailey Noble, due sgallettate provenienti dalla tv per teenager. Ecco, magari grazie a loro questa ignominia farà soldi a palate, ma allora capiremo che è l’umanità intera a meritarsi il martirio.