Darkside Witches
2015
Darkside Witches è un film del 2015, diretto da Gerard Diefenthal.
Barbara Bouchet, star e icona del cinema italiano anni Settanta, torna davanti alla macchina da presa in un horror nostrano molto particolare nato nel circuito indipendente, Darkside witches (2015) del regista francese Gerard Diefenthal. La peculiarità del film è il voluto utilizzo del digitale per la creazione non solo degli effetti speciali ma anche di paesaggi e creature varie: come spiega uno dei produttori, il film è girato per l’80% in blue-screen, con fondali disegnati tramite CGI sui quale si muovono i personaggi (possiamo definirlo un “gotico new-age”). Scritta dallo stesso regista, la vicenda inizia con un prologo ambientato nel 1589 nel paesino di Triora, dove sei donne accusate di stregoneria vengono messe al rogo: prima di morire, la strega Sibilla invoca un demone con il quale stringe un patto, promettendogli obbedienza in cambio della vendetta. Ai giorni nostri, nello stesso villaggio si manifestano strani fenomeni soprannaturali: le sei donne, guidate da Sibilla (la Bouchet), sono tornate per vendicarsi dei discendenti dei loro assassini, aiutate dal diavolo in persona sotto le spoglie di Don Milio. Il prete esorcista Don Gabriel (Diefenthal) viene incaricato dal Vaticano di indagare su quanto sta accadendo. Nonostante il richiamo ai canoni del genere, Darkside witches è abbastanza lontano dal gusto comune del nostro cinema indi, configurandosi più come un prodotto a sé, visto soprattutto il metodo di riprese: venduto in vari Paesi stranieri come Germania e Stati Uniti, ha riscosso un certo successo Oltreoceano – e forse non è un caso, visto che il mercato statunitense ha fame di film girati in questo modo (vedasi i vari mockbuster della Asylum o Dracula 3D di Dario Argento).
Darkside Witches è un film da “prendere o lasciare”, e il dubbio basilare è se la CGI sia stata una precisa scelta stilistica (al che si potrebbe parlare di “esperimento”) oppure un modo per sopperire alla ristrettezza del budget (che non sarebbe una scusante: pensiamo a quanti ottimi film sono stati girati con pochi mezzi e ambienti senza l’ausilio del digitale). Volendolo analizzare razionalmente, è innegabile che Darkside witches abbia momenti di un certo interesse, almeno per il loro carattere weird. Punto forte è sicuramente la Bouchet, che non ha perso la presenza scenica: una protagonista che nobilita il film col suo carisma e la sua espressività, sia nelle scene da donna sia in quelle da strega, supportate da un ottimo make-up. E anche il resto del comparto femminile non scherza in quanto a bellezza e fascino dark – pensiamo alle streghe Simona Cappia, Eleonora Albrecht (Caribbean Bastards di Enzo G. Castellari) e Adele Perna (vista nel suggestivo Il respiro di Laura di Christian Arioli); la Cappia è quella che si spinge più in là, mettendosi a nudo in una scena incredibile e ai limiti dell’hard, in cui il ragazzo di turno mostra il suo membro in erezione con un accenno di hand-job e blow-job, che termina poi con una sanguinosa evirazione. Questo è l’unico momento con un erotismo così spinto, ma sono le scene così bizzarre a suscitare interesse, per il carattere di pura exploitation un po’ vintage, come quando era consuetudine inserire momenti erotici (e anche hard) all’interno degli horror.
La suddetta scena dell’evirazione è rappresentativa di varie parti di Darkside Witches, cioè un make-up artigianale che si unisce agli effetti visivi computerizzati. E in certi casi funziona abbastanza bene – vedasi il rogo iniziale, il banchetto antropofago delle streghe con fresche budella e i volti delle donne che mutano – ma talvolta, coem già detto, la CGI prende il sopravvento e la regia si lascia sfuggire di mano l’aspetto più cinematografico, trasformando il film in una sorta di videogame – come accade nelle sequenze finali ambientati in caverne dark-fantasy o i vari mostri che di tanto in tanto appaiono. I personaggi più interessanti sono, oltre alla Bouchet, lo stesso Diefenthal (che vediamo prima impegnato in “Africa” in un rito omaggiante i sequel di L’esorcista) e il prete indemoniato, coperto da bende come una mummia. Da segnalare anche le musiche di Claudio Simonetti e la presenza di un’altra celebre attrice italiana, Anna Orso, nei panni di un’anziana strega buona.