Hijab porn: Il sesso hard con il velo
Dilaga la moda dell’hijab-porno, tra successi, polemiche e minacce
Il fenomeno è scoppiato lo scorso anno, dopo che l’americana BangBros ha messo in circolazione un filmato in cui la vedette a luci rosse Mia Khalifa – origini libanesi ma naturalizzata Usa e di religione non musulmana – si dava da fare in un threesome con la matrigna Juliana Vega (cubana di nascita) e con il fidanzato biker. Titolo: Mia Khalifa Is Cumming for Dinner che è evidente storpiatura di Guess Who’s Coming to Dinner, da noi: Indovina chi viene a cena?, il film dove Katharine Houghton si presentava dai genitori Specer Tracy e Katharine Hepburn con il nuovo fidanzato, negro, Sidney Poitier. Scandalo per scandalo, nel video della BangBros la provocazione è che le donne trombano indossando l’Hijab, cioè il velo islamico. Provocazione che ha dato i suoi frutti, perché Mia Khalifa nel giro di pochissimo è balzata in testa alle classifiche di gradimento dei frequentatori di siti porno gratuiti. E l’hijab porn, altrettanto velocemente, è diventata una moda tra le più gettonate nel settore. Lesbo, anal, teen e adesso hijab.
E, puntuali come un orologio svizzero, sono arrivate anche le minacce a Mia Khalifa: dal minimo dell’augurio di bruciare tra le fiamme della Gehenna, a più serie minacce di staccarle la testa dal collo (Vice, da cui attingiamo queste notizie, riporta anche che qualcuno avrebbe appiccicato in Photoshop il volto della pornostar a un corpo con indosso una tuta arancione). Lei ha risposto alle minacce con grande menefreghismo e ironia, auspicando solo che le mozzino le tette, visto quanto le è costato rifarle. Il diffondersi dell’hijab porno è testimoniato da produzioni come Fantasy Massage in cui Chloe Amour interpreta una donna degli Emirati che, in cerca di una massaggiatrice, finisce invece sotto le sapienti mani e i potenti lombi di uno stallone. Il tutto, ovviamente, con il capo velato. Dopodiché è stato diffuso Cream Filled Middle Eastern Cutie, della TeamSkeet e, a seguire, tutta una nutritissima serie di filmati che su XVideos viaggiano ormai oltre le dieci pagine di compilation (la ricerca è: hijab porn).
Il passo ulteriore è il film in uscita il prossimo 5 agosto dal titolo Women of the Middle East, che quadruplica – per così dire – la portata della provocazione presente nel video scatenante il tutto di Mia Khalifa. Protagoniste del lungometraggio sceneggiato e organizzato da una donna, Kelly Madison, sono infatti quattro ragazze orientali ciascuna delle quali indossa quattro diversi tipi di velo – hijab, niqab, khimar e burqa – in contesti vari di sesso esplicito. Il primo episodio è ambientato in Afghanistan e ha come protagonista Karmen Bella che indossa un niqab, calze nere, guanti e stivali di pelle nera e – come mostrano le foto di scena – si trascina appresso un uomo al guinzaglio; il secondo episodio racconta di una moglie saudita rigidamente sottoposta al marito, il quale sospetta che lei possa averlo tradito; poi è la volta di Arabelle Raphael negli svestitissimi panni, eccetto il velo, di una ragazza mezza iraniana e mezza tunisina; e infine Nikki Knightly che in Iraq esercita la prostituzione coprendosi solo del burqa. La Madison, intervistata da Vice, conclude, lapidariamente, le sue dichiarazioni sul film – alcuni frammenti del quale sono stati già diffusi, facendo balzare alle stelle il numero dei contatti – in questo modo:«È un porno, non ci ho potuto inserire tutta la parte di critica che avrei voluto. E non è un documentario sull’oppressione. Magari il seguito potrebbe avere una parte in cui una donna si rifiuta di togliere il burqa. Ma non dico queste cose perché sto facendo campagna elettorale. Ho fatto un porno che vuole far divertire ed eccitare chi lo guarda».