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Scream Queens – Stagione 1

2015
Titolo Originale:
Scream queens
CAST:
Emma Roberts (Chanel Oberlin)
Skyler Samuels (Grace Gardner)
Lea Michele (Hester Ulrich/Chanel #6)

Il nostro giudizio

Scream Queens – Stagione 1 è una serie tv del 2015, trasmessa da Fox, ideata da Ryan Murphy, Brad Falchuk e Ian Brennan.

Dopo aver percorso, con qualità altalenante, i sottogeneri dell’horror americano nella serie antologica American Horror Story, Ryan Murphy, in società con Brad Falchuk e Ian Brennan, rende omaggio allo slasher e a uno dei suoi ingredienti peculiari, di fatto bistrattato nel confronto con le figure dei serial killer ma altrettanto importante nella riuscita della mistura. Tutti conoscono gli orrori e i “volti” di Jason Voorhees o Michael Myers, pochi invece riconoscono i meriti e i corpi delle regine dell’urlo come Fay Vray o Lynnea Quigley (per quanto riguarda il cinema italiano, c’è un bellissimo doppio dossier curato da Nocturno). Da questa idea nasce la serie Scream queens, in onda in America su Fox. L’episodio pilota dissolve subito, se ce ne fosse stato bisogno, il dubbio su come Murphy volesse affrontare l’argomento, se puntando allo slasher puro o virandolo su toni più grotteschi. Il prologo è ambientato nel 1995: una componente della confraternita Kappa-Kappa-Tau ha appena partorito durante una festa ma la presidentessa è contrariata e non vuole perdersi il gran ballo sulle note di Waterfalls, lasciando la puerpera a morire nella vasca da bagno. Vent’anni dopo in quella stessa confraternita, guidata da Chanel Oberlin (Emma Roberts), vuole entrare a far parte l’innocente Grace (Skyler Samuels). Fortuna vuole che c’è una guerra in corso tra Chanel e la preside della scuola, miss Munsch (Jamie Lee Curtis, la regina tra le scream queens, con il nome che ammicca all’urlo più famoso, quello di Munch) e che quest’ultima imponga l’eliminazione di ogni sbarramento al reclutamento nella confraternita, aprendo di fatto le porte a studentesse di ogni tipo, come una vlogger sfigata che recensisce candele. Il momento è però quello meno propizio, perché nel campus c’è un assassino travestito da mascotte della scuola, ossia un diavolo rosso, che prende di mira chiunque bazzichi la confraternita e che ha a che fare, ovviamente, con quel parto finito in tragedia vent’anni prima.

Ryan Murphy è palesemente un furbone: non inventa mai niente di nuovo ma si limita a omaggiare il passato, riempiendolo di eccessi e di bizzarrie. Se lo scheletro della serie è quello puro e semplice dello slasher, con il diavolo rosso dedito alla mattanza con i mezzi più disparati, dalla motosega alla falciatrice, il tono è decisamente comedy e glamour nel raccontare un universo femminile strampalato, fatto di ragazze viziate e dedite all’anoressia (le componenti della confraternita mangiano solo batuffoli di cotone per saziarsi senza calorie). Non meno anomalo è il mondo maschile, composto praticamente da animali sessuali dalle deviazioni più o meno perverse e facili prede della preside Munsch, autentica Milf padrona del campus. Proprio la Curtis fa la padrona in questo scorcio di stagione facendo sfoggio del suo lato brillante – finora il registro meno utilizzato nella sua carriera – nel tratteggiare fuori dagli schemi una preside dispotica che porta a letto insegnanti e studenti.

Se si accettano le premesse e si apprezza questo lato eccessivo, dove dialoghi allucinanti si alternano a inserti musicali, lampi splatter e insistenze sulle bizzarrie sessuali – e quindi si apprezzano le precedenti serie di Murphy, come AHS, il cui capitolo Coven è il referente più prossimo per atmosfere e personaggi di Scream Queens e non è un male, o Glee – allora si è certi che la serie darà delle buone soddisfazioni. Per chi è in cerca di uno slasher, i momenti ben riusciti ci sono, come il tour macabro nella casa infestata con le vittime o gli omicidi con la motosega, ma sono diluiti dentro lungaggini di dura digestione. Ci sono ovviamente palate piene di urla, sia da parte delle queens che degli uomini (poteva tranquillamente intitolarsi Scream Queers e azzeccare).