Un’opera come Gli Equinozi, ultimo lavoro di Cyril Pedrosa, non lascia spazio a equivoci : si tratta di una graphic novel importante, una di quelle opere destinate, come minimo, a segnare un’annata. L’autore, ormai affermata superstar del fumetto europeo e mondiale, ha realizzato quella che per molti può essere la performance che definisce e consacra definitivamente una carriera. Gli Equinozi fumetto è un romanzo corale, la narrazione profonda e potente di tante vite e della loro ricerca di senso in una deriva entro la quale trovare una traccia identificabile come tale non è sempre un’impresa facile. Inizialmente sconnesse se non per un doppio filo conduttore apparentemente solo estetico, le quattro storie principali finiscono per intrecciarsi in una trama in cui incertezze, paure, fallimenti e sogni formano una sola narrazione, maestosa nella propria semplicità e commovente nella propria semplice, toccante umanità.

La scrittura è minimalista, quasi carveriana nel caratterizzare una moltitudine di personaggi attraverso una quotidianità raccontata con una delicatezza raffinata che mai scade nel melodramma, regalandoci protagonisti cesellati con grande pulizia, perfetti per una storia fortemente character driven, in netto contrasto con una realizzazione grafica che non si risparmia in niente. Pedrosa, infatti, dà fondo a un bagaglio tecnico impressionante mettendo su tavola un lungo racconto diviso in quattro atti, uno per ogni stagione, in cui il segno grafico ma soprattutto il colore variano, di atto in atto, in maniera spettacolare completando alla perfezione le variazioni impresse al registro narrativo. Con Gli Equinozi, Cyril Pedrosa esplora i confini del fumetto come mezzo narrativo, allargandone significativamente le potenzialità.