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La fuga

1964
Titolo Originale:
La fuga
REGIA:
Paolo Spinola
CAST:
Anouk Aimée (Luisa)
Giovanna Ralli (Piera)
Enrico Maria Salerno (psicanalista)

Il nostro giudizio

La fuga è un film del 1964, diretto da Paolo Spinola.

Prima che da noi arrivasse Les Biches, prima ancora di Le salamandre o Le altre, l’omosessualità femminile viene apertamente trattata per la prima volta nel cinema italiano proprio da questo folgorante esordio di Paolo Spinola. All’epoca idolatrato dalla critica, che lo vide come una delle migliori opere prime del decennio, oggi dimenticato da tutti, assieme al suo regista, i cui (pochi) film meriterebbero comunque una puntuale riscoperta (L’estate era bellissimo, mentre di Un giorno alla fine di ottobre, 1977, con Annie Belle e Al Cliver, si sa davvero poco). La confezione è di gran classe: musiche di Piero Piccioni, fotografia in b/n di Armando Nannuzzi e Marcello Gatti, montaggio di Nino Baragli. Il tutto ovviamente affrontato in chiave psicanalitica, visti i tempi, con l’esperto Piero Bellanova accreditato in sceneggiatura al fianco di Sergio Amidei.

Giovanna Ralli è strepitosa come moglie insoddisfatta e figlia schiacciata dalla vitalità della madre, che si trascina con amanti molto più giovani di lei (Maurizio Arena). Va in analisi da Enrico Maria Salerno, come al solito impeccabile, e potrebbe trovare conforto nell’amicizia particolare con Anouk Aimée, che è diversa dalle altre perché ama le donne… (tra le sue amanti si riconosce anche una giovane Anita Sanders). Inevitabile il riferimento al cinema di Antonioni, assimilato e riproposto nelle sospensioni narrative, nello spaesamento portato dai segni del moderno (la fabbrica, la radioattività, il consumo) e nel rigore stilistico, asciutto ed enigmatico, con cui Spinola affronta questo raffinato dramma esistenziale al femminile.

Certo, i tempi non sono maturi per mettere in scena graficamente una qualche relazione saffica, così la Ralli reprime i suoi impulsi in nome della correttezza borghese. Il mistero sul film riguarda la sua integralità: le fonti dichiarano una durata complessiva di 120’, molto superiore alla copia CSC da noi visionata, che si ferma a 95’, e dove, in effetti, non si vede più d’una schiena nuda.