Flight è un film del 2012 diretto da Robert Zemeckis .

Oggetto volante facilmente identificabile, questo Flight del redivivo Zemeckis, che, perdutosi per un decennio in un’abisso di animazione digitale spesso pessima (The Polar Express), ritrova qui attori in carne e ossa ed emozioni ferite, tumefatte, pulsanti. è un dramma psicologico che vola meno di quanto il titolo non prometta, questo Flight; il capitano Whip Whittaker (Denzel, alleluja!) è un guerriero solitario. è un sottaniere alcolista e cocainato, ma è l’uomo giusto al momento giusto.

Il volo che quella tempestosa mattina sta dirigendo verso Atlanta ha un guasto tecnico e precipita; Whittaker, però, riesce a evitare un massacro facendolo atterrare in aperta campagna con un incredibile colpo di bravura. 6 morti, in ogni caso, non riesce a evitarli. La vigliacca e criminale compagnia aerea per cui lavora approfitta del fatto che fosse sbronzo per fargli cadere addosso il mondo intero. Da eroe a capo espiatorio; seguito da un avvocato paziente e fin troppo obamiano d’aspetto per non destare sospetti (Don Cheadle, spento) e da un amico/spacciatore troppo debordante per non controbilanciare in risate (impareggiabile John Goodman), Whittaker dovrà subire un processo che metterà alla prova tutti i suoi demoni.

Massiccio racconto civile senza nulla di gran che sorprendente, due ore e rotte di cinema psicologico di qualità, stazza letteraria da candidatura a colpo sicuro (agli Oscar, ed infatti John Gatins concorre per la sceneggiatura originale), Flight s’imprime nella memoria sostanzialmente per un solo motivo: Denzel Washington. Troppi film d’azione bruttarelli con Tony Scott c’avevano fatto dimenticare quanto fosse un attore sensazionale. Le sue lacrime, i suoi ematomi, il suo tatuaggio, la maniera che ha di deglutire la birra… tutto possente, triste e caloroso. La sua interpretazione è l’unica cosa che realmente vola, qui nei paraggi…