Autoroute du soleil
Mai troppe volte sarà ribadita l’importanza di un buon incipit nell’economia generale di un’opera. Non serve a tutti i costi un inizio col botto, non abbiamo sempre e comunque bisogno di venir gettati in medias res con una partenza folgorante che lasci le riflessioni al primo momento in cui ci verrà concesso di tirare il fiato. Non per forza. Funziona, ma non è necessario. Un buon incipit, talvolta, può semplicemente fungere da introduzione, presentandoci personaggi, temi e dinamiche con una sintesi chiara ed efficace. Questo è il caso di Autoroute du Soleil, originariamente pubblicato in Francia nel 1995 a opera di Baru, autore completo veterano del fumetto francese, artefice di bandes dessinèes importanti come Gli anni Sputnik e La Canicola, recensito tempo fa su Nocturno.
Pur senza riposare sugli allori, Baru si prende il suo tempo per sistemare le pedine sulla scacchiera. L’ambientazione: la provincia francese che dice addio alla sua industria pesante; i personaggi: due ragazzi di periferia e una pletora di coloriti attori secondari; e poi una serie di eventi in chiara rotta di collisione. Il risultato è una commedia nera on the road, la storia di due giovani in fuga da tutto e tutti in una girandola di eventi che si complicano progressivamente. Amore, sesso, scoperte e tanta paura danno vita a un ottovolante in cui la tensione sale e scende, in cui l’elastico dell’adrenalina viene caricato e rilasciato in un viaggio ricco di avvenimenti e di personaggi da ricordare: arabi con la passione degli anni ’50, neofascisti, spacciatori e belle donne disinibite si incontrano e si scontrano trascinando il lettore agevolmente in fondo al libro, in una contaminazione di generi che, alla lontana, ha il retrogusto stralunato di Avere vent’anni di Fernando di Leo.
In un’epoca in cui libri e fumetti vengono scritti con più di un occhio di riguardo a cinema e tv, Autoroute du Soleil è un’opera che questo lavoro lo fa ante litteram e in tempi non sospetti. Forse proprio per questo è tanto godibile.