Intervista a Lauren Cohan
La Scream Queen di The Walking Dead alle prese con The Boy
Attrice e modella, Lauren Cohan è nata e vissuta 34 anni fa negli Stati Uniti prima di trasferirsi, appena adolescente, nel Regno Unito, dove ha portato avanti la sua carriera prevalentemente televisiva. Sul piccolo schermo ha scelto ruoli spesso legati al genere: era una cacciatrice di manufatti magici in Supernatural, una vampira in The Vampire Diaries, e ora figura nel cast principale di The Walking Dead
Lauren, cosa ti ha attratta nel progetto di The Boy?
I colpi di scena del film: ho letto la sceneggiatura in fretta, e mi sono resa conto di avere per le mani un horror vecchio stile ma costellato di eventi che non mi sarei mai aspettata. Mentre andavo avanti sentivo i brividi e ho provato un po’ troppa paura rispetto a quanta ne potevo tollerare se avessi accettato il ruolo da protagonista, ma alla fine ho accettato lo stesso.
Chi è Greta e perché accetta di fare da baby-sitter a una bambola?
Il mio personaggio è una giovane donna alla quale si presenta un’opportunità di lavoro irrinunciabile nel momento in cui ne ha più bisogno: ha appena deciso di allontanarsi da una situazione spiacevole e l’ideale sarebbe lasciare gli Stati Uniti. Le viene offerto un impiego come babysitter in Inghilterra, in questa grande e bella casa signorile, dove dovrà prendersi cura di un ragazzino di otto anni. Al suo arrivo incontra una coppia anziana che le presenta il bambino, in realtà una bambola che sostituisce il figlio, morto anni prima. La situazione è strana e al contempo triste; il film esplora la psiche dei protagonisti, i motivi per cui la coppia custodisce una bambola come se fosse un bambino vero e quelli che inducono Greta ad accettare la posizione. All’inizio il mio personaggio giudica dall’esterno, ma poi… le cose cambiano.
Come mai le bambole sono così spaventose?
Penso che l’idea di qualcosa di inanimato, immobile in una stanza a fissarti, costringe a pensare che non sia solamente un oggetto senza vita. Bambole, ritratti, burattini, trasmettono la sensazione che possano celare un’anima, è incredibilmente snervante! The Boy esplora questa possibilità, Greta non sa mai se immagina le cose o se Brahms sia vivo e senziente. È sicuramente stressata e provata da esperienze passate e l’incertezza si impadronisce di lei.
Questo non è il primo ruolo in cui interagiscI con il soprannaturale e con il genere horror, pensiamo anche alle serie Supernatural e The Walking Dead.
Non si tratta di scegliere ruoli in film e telefilm dell’orrore, io seleziono le mie parti in base alla storia. Amo le belle storie, i colpi di scena. Sono molto fortunata ad avere conquistato il ruolo di Maggie in The Walking Dead: ormai abbiamo girato la sesta stagione e lo show è stato rinnovato per la settima, e ogni anno che passa le sceneggiature sono più avvincenti. Io vado ovunque ci sia una buona storia, e negli ultimi anni le buone storie si sono concentrate nelle produzioni horror.
Nella sesta stagione di The Walking Dead il tuo personaggio, Maggie, aspetta un bambino. La ritiene una mossa saggia rimanere incinta durante un’apocalisse zombi?
Dal momento che quella è l’unica vita che ha, credo che sia una buona idea. Maggie e Glenn vogliono portare la vita in questo mondo, infatti nella terza stagione la prima dice al compagno: «Non puoi vivere tutta la vita nella paura». Sono davvero eccitata all’idea che i due siano in attesa di un figlio.
Pensi che ai fan di The Walking Dead, The Boy piacerà?
Sì, assolutamente. In questo caso l’orrore è diverso, meno tangibile, proprio perché Greta è isolata, non può confrontarsi con gli altri e non è sicura di cosa sia reale e cosa non lo sia.
Saresti favorevole a recitare in un sequel di The Boy?
Sì, mi piacerebbe sicuramente partecipare a un seguito. Anche come spettatrice mi piacerebbe proprio scoprire cosa accadrà “dopo”.