Il mulino delle donne di pietra
Nello stesso anno in cui Mario Bava sacralizzava il gotico italiano con la sua Maschera del Demonio, raccontandoci una fiaba nera grondante maledizioni, stregoneria e doppi, una folle progenie di dottori impazziti d’amore si faceva largo sugli schermi cinematografici italiani e internazionali: scienziati pazzi che pur di salvare la bellezza o la vita delle proprie amate non esitavano a sperimentare incredibili teorie rigenerative servendosi sadicamente di cavie umane, vittime da sacrificare nel nome della scienza e dell’amore. Una traiettoria narrativa, questa, che ci ha lasciato un patrimonio di gioielli assoluti come Les Yeux sans Visage (1960), di Georges Franju, il capolavoro spagnolo Gritos en la Noche di Jesus Franco (di qualche anno dopo: il 1962), o, per restare in Italia nel 1960, l’incantevole capolavoro di Giorgio Ferroni, appunto Il mulino delle donne di pietra che oggi, dopo le pregevoli edizioni dvd Sinister Film, Mondo Macabro e X Rated, la giovane e promettente etichetta tedesca Subkultur presenta per la prima volta nel mondo in quattro versioni HD ricavate da buoni trasferimenti 2K dei negativi originali. L’edizione, uscita in una tiratura limitata di 1000 esemplari, è davvero molto ricca e contiene la versione internazionale di 95 minuti; la famigerata versione francese di 90 minuti (con la scena alternativa dell’operazione “a seno nudo”); la versione italiana originale voluta dal regista di 96 minuti e, tra gli extra, la versione originale tedesca di 93 minuti.
Piatto ricco, insomma, questo BD di Il mulino delle donne di pietra e anche se il comparto extra propone concretamente solo una vecchia intervista d’archivio a Wolfgang Preiss, un trailer, la versione cinematografica tedesca e una galleria fotografica (il commento audio per noi italiani è inutile), c’è di che essere contenti, perché avere riunite e a portata di mano tutte le versioni del film non può che alimentare le sacrosante ossessioni dei filologi, ma soprattutto perché, bisogna dirlo, il trasferimento hd fa letteralmente esplodere la sublime fotografia in technicolor del film. Non tutto però fila liscio, e l’edizione paga lo scotto della sconsiderata scelta di stipare tutto questo materiale in un unico disco, anche se a doppio strato, con 50gb disponibili. Quella che poteva essere una resa perfetta dei trasferimenti subisce le infauste conseguenze dell’ovvia compressione utilizzata: parlando in dettaglio della versione italiana, che poi è quella che ci interessa maggiormente, la compressione determina in alcuni momenti del film (fortunatamente sporadici) un po’ di fastidioso rumore video.
Nulla di grave, ma credo che sarebbe bastato distribuire le quattro versioni in due dischi differenti per evitare lo spiacevole problema. Per il resto, la definizione generale si mantiene sempre su buoni livelli: il quadro è robusto, il dettaglio notevole e, come scrivevo sopra, la fotografia ne esce glorificata. Pulita e godibile la traccia italiana mono e nessun sottotitolo forzato durante la fruizione. Il classico box amaray è contenuto dentro uno slipcase cartonato che si fregia di un bellissimo artwork. In definitiva, un vero upgrade rispetto ai precedenti dvd di Il mulino delle donne di pietra (i confronti sono impietosi) ma che lascia giusto un po’ di amaro in bocca per via della compressione.