Oscenità: una copia mai vista
Una terza versione del film che mixa le due conosciute
Ai polselliani sarà sicuramente nota l’enorme differenza che intercorre tra il contenuto delle edizioni homevideo italiane (la preistorica Hobby Video, la più recente Shendene&Moizzi) di Oscenità e quello dei 2259 metri di pellicola che, sotto il titolo di Quando l’amore è oscenità, vennero vagliati in censura in data 6 novembre 1975 senza ottenere il visto. Meno nota è, invece, una terza versione, intermedia sia cronologicamente che contenutisticamente rispetto alle due citate: la copia-censura italiana, approvata in data 8 febbraio 1980 con un taglio di due metri (“scena nella quale viene fatta scorrere la candela lungo la schiena della donna legata”) e un ovvio divieto ai minori di diciotto anni. La non corrispondenza tra l’Oscenità-censura e l’Oscenità-Shendene (chiameremo così rispettivamente la copia-censura e il master reperibile in homevideo) sarebbe constatabile sin dalla presenza, in quest’ultima versione, di scene di sesso esplicito. Abbiamo poi quei due metri citati nei verbali, (quasi) quattro secondi che a fatica trovano una collocazione all’interno del tessuto sintattico e narrativo dell’Oscenità-Shendene. Visionando la copia-censura del film, scopriamo, a sorpresa, che essa risulta ben lontana dall’essere una semplice versione de-hardizzata della vhs, nonostante il minutaggio (76′ PAL la copia censura, 83′ PAL la Shendene) potesse lasciarlo ipotizzare. Prima di procedere all’analisi di tale copia raramente vista (non è accertata un’effettiva circolazione nelle sale) e altrettanto raramente citata, facciamo un passo indietro.
Per l’appassionato medio di cinema di genere, la vulgata del Polselli in esame è indubbiamente rappresentata dall’Oscenità-Shendene, la cui matrice risulta con grande probabilità un positivo di circolazione che varcò la soglia di qualche sala a luci rosse nei primi anni ottanta. Questa versione mostra sui titoli di testa le effusioni di due fidanzati in riva al mare, Mireille (Mirella Rossi) e Marlon (Dino Strano). Dopo una scena apparentemente avulsa dal contesto, in cui una ragazza rifiuta gli approcci di un uomo maturo durante una proiezione in una sala cinematografica, torniamo a Mireille e Marlon. I due litigano, lei scappa via e nella sequenza successiva viene prima aggredita da un automobilista e poi stuprata da due uomini. Si passa poi a una seduta di gruppo coordinata dal dott. Roberts (Isarco Ravaioli) in cui sei personaggi illustrano il proprio rapporto di prevaricazione nei confronti di Mireille, anch’essa presente, innescando una serie di flashback. Seguono vari siparietti, introdotti dal dott. Roberts o mostrati sotto forma di pseudo-reportage, incentrati sulla condizione della donna attraverso i secoli. Si torna infine alla seduta dal dottore, la quale assume toni sempre più concitati fino a trasformarsi in una vera e propria orgia.
Tale versione, dalla durata di 83’49” a 25fps, include quattro sequenze comprensive di dettagli hardcore e presenta un montaggio pieno di stacchi repentini e scelte apparentemente inspiegabili come quando, dopo lo scambio di battute finali («…e dell’odio che me ne faccio?»; «Buttalo contro le oscenità per ritrovarti nell’amore»), la Rossi e Ravaioli rimangono silenziosi e immobili per 25”, come in attesa dello stop dell’operatore. Cosa dire invece su Quando l’amore è oscenità? Bocciato in censura nel 1975 e rimasto nel limbo per circa tre anni prima di essere riesumato in vista della riedizione, si mostra completamente differente dall’Oscenità-Shendene già a partire dai titoli di testa, che scorrono su una variante estesa della scena ambientata nella sala cinematografica. Tale segmento – con doppiaggio differente, come in tutto il resto della pellicola – fornisce in questa versione la base su cui si snoda l’intera narrazione: rifiutato dalla ragazza, l’uomo denuncia la troupe del film proiettato, composta nientemeno che dai sette personaggi seduti al tavolo di Ravaioli, qui chiamato Dott. Stratford. Il tema della discussione è stavolta la censura. Si inizia con una proiezione-test organizzata da Stratford: questa ricollocherà come film nel film le scene amorose dei titoli della versione Shendene.
Hanno luogo, in seguito, i flashback visti anche nell’altra edizione (in un paio di casi in forma alleggerita), che il differente doppiaggio pone sotto una luce totalmente inedita. Ciò che segue conserva la struttura episodica dell’Oscenità-Shendene con ovvi cambiamenti nel significato generale delle varie scene. Abbiamo però differenze sostanziali a livello di montaggio: l’orgia tra i membri della seduta posta qui a circa metà film, l’alleggerimento preventivo di diverse scene erotiche (oltre ai frammenti hard, ovviamente assenti), la presenza di vari segmenti espunti dall’edizione homevideo tra cui due scene complete (la prima, cui prende parte Marcello Bonini Olas, ambientata ai tempi dell’inquisizione – scena in cui appare il dettaglio che sarà vittima delle forbici censorie nella riedizione del 1980 – , la seconda con Anna Maria Ardizzone alle prese con l’avvocato Pernacchietta, ossessionato dall’aerofagia) e l’assenza di due lunghi passaggi (lo studio fotografico e l’orgia dalla principessa romana) che nella versione hard includeranno dettagli oltrecensura. Si approda, verso la fine del film, alla litigata tra Marlon e Mireille con successivo stupro che apre la versione homevideo.
Dulcis in fundo: si scopre, giunti alla scena conclusiva, che il misterioso silenzio finale dell’Oscenità-Shendene ospitava, in Quando l’amore è oscenità, una battuta-manifesto sufficientemente estesa da ricoprire tutti i secondi di vuoto: «Anche quelli, che sono poi tutti, e la società, che nella sua inerzia accetta che si definisca osceno quello che i suoi pochi autori sbandierano per osceno e che essa società non ritiene osceno o perlomeno non lo condanna, ma l’ingiustizia più grande è che questi pochi velenosi autori abbiano la facoltà di far processare o condannare, questa è l’ingiustizia più grande». Approdiamo infine alla cosiddetta Oscenità-censura. Come già anticipato, essa rappresenta la perfetta via di mezzo tra Quando l’amore è oscenità e Oscenità-Shendene. Approntato in seguito all’acquisizione del film da parte di Mushi Glam avvenuta nel dicembre 1978 (fonte: Visioni proibite), il montaggio di tale copia (2158 metri) presenta già l’impostazione “femminista” dell’Oscenità-Shendene, e con quest’ultima condivide la sintassi di diverse sequenze, oltre a presentare l’incipit dalla scena dello studio fotografico (presente in versione completa, con dettagli hard, in homevideo) assente nella prima edizione.
Ci si rifà invece a Quando l’amore è oscenità per la struttura di molte altre sequenze, comprensive dunque di numerosi dettagli assenti nelle edizioni homevideo. Sono inoltre mantenute le scene dell’inquisizione e dell’avvocato Pernacchietta. Il doppiaggio è già quello (anch’esso rivisitato in salsa femminista) della versione hard e copre anche le scene non inserite in quest’ultima, opportunamente ridoppiate rispetto alla prima edizione. La natura ibrida di tale versione si manifesta sin dall’inizio: i titoli di testa sono i medesimi dell’Oscenità-Shendene ma a seguire troviamo la scena del cinema nella variante estesa di Quando l’amore è oscenità. L’intera copia gioca su questa alternanza tra elementi dell’una e dell’altra edizione, evitando ovviamente l’hard ma presentando dettagli erotici estromessi dalla versione pre-censura, come nella scena della masturbazione sotto l’albero.
Tale edizione riserva infine una chicca per i fan del regista: al minuto 19’55”, nel bel mezzo del flashback ambientato al mare, vengono montati 6’53” di Delirio caldo, ovvero tutta la parte iniziale del film, dall’incipit nel bar (senza i titoli di testa ovviamente) all’omicidio alla cascata. Curiosità peraltro deducibile dalla lettera di modifiche (riportata anch’essa in Visioni proibite) che Glam allegò alla domanda di revisione, nella quale possiamo leggere, tra le tante cose, “aggiunta scena di violenza a una ragazza che ingenuamente accetta passaggio in auto. La scena si conclude in una cascata (da negativo originale)”