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Pet

2016
Titolo Originale:
Pet
REGIA:
Carles Torres
CAST:
Ksenia Solo (Holly)
Dominic Monaghan (Seth)
Jennette McCurdy (Claire)

Il nostro giudizio

Pet è un film del 2016, diretto da Carles Torrens

Love is strange. L’amore è strano. O è un estraneo. È così in Pet, opera seconda del talentuoso Carles Torrens, giovane regista e produttore spagnolo naturalizzato americano. Al festival di Sitges ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura (di Jeremy Slater, già in The lazarus effect e nella serie The Exorcist), una piccola e perfetta gabbia di ferro in cui convivono, come i protagonisti del film, amore e morte. Siamo di fronte a un interessante thriller psicologico che prende le mosse dagli hostage movies per trasportarci in un piccolo mondo dove niente è come sembra. Seth (Dominic Monaghan, naufrago in Lost e hobbit nel Signore degli anelli) è un dipendente di un canile nella periferia di L.A.; vive da solo in un piccolo appartamento e sembra preferire la compagnia degli animali a quella degli umani, almeno finché non incontra la bella e bionda Holly (Ksenia Solo, Il cigno nero, The Factory), ex compagna di scuola. Il protagonista è dunque un personaggio riservato e solitario, che risulta a dir poco inquietante fin dalle prime battute scambiate con la ragazza, che ricorda dai tempi del liceo. Un nuovo sociopatico stalker all’orizzonte?

Sembrerebbe proprio di sì, considerato come procede la storia: una visita alla tavola calda in cui Holly lavora, per invitarla a un concerto, e poi seguirla fino a casa o al pub dietro l’angolo. Fin quando Seth non ottiene il suo scopo: catturare la bella e irraggiungibile preda. In gabbia nel seminterrato del canile, la ragazza è prigioniera di colui che, scardinando le regole del gioco, dichiara di volerla salvare. Proprio nel momento in cui il film sembra vertere chiaramente verso l’hostage e il torture-porn, ecco che il titolo Pet assume un senso compiuto nella storia, che subisce un rapido e inaspettato twist.

Tra Seth e Holly si crea uno speciale rapporto di mutua dipendenza, un legame malsano e perverso che supera quello tra preda e cacciatore, tra padrone e schiavo. I ruoli iniziano a invertirsi, a ribaltarsi continuamente: affiorano luci e ombre nella storia dei due protagonisti che si contendono il potere e il controllo, l’uno sull’altro. Cosa li spinge ad agire? Cosa è reale? Torrens dirige abilmente gli attori (entrambi in interpretazioni impeccabili) in spazi angusti e scuri (una delle location utilizzate è il set della scena finale di Saw), spingendo ora sull’attuazione e la fisicità, ora sulla potenza della persuasione e delle parole, ora sul concetto stesso di libertà. Amore e/è morte.