31
Dopo quel gioiello radicale di The Lords of Salem (2012), era lecito aspettarsi da Rob Zombie un altro “upgrade” nella sua filmografia, un altro capolavoro capace di osare, di sfidare le aspettative del pubblico e magari tradirle ancora una volta, sì, ma per volare sempre più in alto. Purtroppo con 31, il suo nuovo film, Zombie ha invece deluso larga parte del pubblico, non certo per aver proposto qualcosa di concretamente spiazzante e autarchico come il film precedente, ma piuttosto perché, malgrado le premesse di indipendenza assoluta garantita dal crowdfunding, il risultato finale è sembrato a molti un netto passo indietro, un ritorno a temi e modalità più facili da gestire per accontentare chi non aveva amato l’anarchica visionarietà di Halloween 2, e la commovente (sì, ho scritto proprio commovente) bellezza di The Lords of Salem. E il giochino poteva anche funzionare bene, se soltanto non fosse stato compromesso da un montaggio confusionario che penalizza (a volte in maniera davvero fastidiosa) l’assetto generale del film.
Premesso ciò, preciso che non sto sostenendo che 31 sia un film da buttare, o che non dispensi (in)sani momenti di piacevole intrattenimento, perché comunque, malgrado i limiti descritti, stiamo pur sempre parlando di “uno slasher di Rob Zombie”, e chi ama il suo immaginario, il suo approccio ruvido e vintage, e soprattutto chi ama Sheri Moon, anche questa volta potrà trovare gli ingredienti che brama; magari non sempre “cucinati” proprio al meglio, ma li troverà. Soprattutto, almeno, conoscerà un nuovo “mostro” degno del massimo rispetto, una nuova icona da inserire nel pantheon dei migliori psicopatici del cinema horror, perché anche se non tutto fila liscio in 31, di sicuro la performance di Richard Brake nei panni del ferocissimo Doom-Head, è di quelle che non possono passare inosservate e, da sola, vale assolutamente il “prezzo del biglietto”. E visto che non abbiamo potuto goderci questo nuovo film dentro una sala cinematografica, sia lodata Midnight Factory che, con la consueta professionalità a cui ci ha abituati, realizza un ottimo Blu ray e rende finalmente accessibile anche al pubblico italiano l’ultima fatica di Zombie.
Il master video ha una qualità eccellente su tutti i fronti, l’encoding realizzato da Koch Media / Midnight Factory rispetta totalmente la natura del girato e permette una fruizione davvero appagante; le due codifiche audio DTS HD MA 5.1 sono potentissime e, bisogna ammettere, il doppiaggio italiano non è pessimo come si potrebbe immaginare: si lascia ascoltare senza problemi; tuttavia la traccia inglese resta, per chi scrive, quella da preferire: nessun doppiaggio può restituire davvero tutte le sfumature dello slang “osceno” usato nel film, quindi potendo disporre di ottimi sottotitoli italiani opzionali per il DTS inglese, perché privarsi del piacere di apprezzare il film al meglio?
Come extra, oltre al trailer, a sette simpatiche card da collezione che ritraggono i personaggi del film, e al booklet, impreziosisce l’edizione una featurette di circa 19 minuti realizzata da Nocturno Cinema: Rob Zombie: The Death is The Only Escape, che unisce un’intervista a Rob Zombie realizzata da Manlio Gomarasca nel 2015, e la conferenza stampa del regista, accompagnato da Sheri Moon, fatta a Sitges nel 2016. Un buon mezzo per conoscere il punto di vista di Zombie su questo progetto e sulle motivazioni che lo hanno spinto a far partire un crowdfunding per tentare di arginare le problematiche economiche della produzione di 31. Ancora una volta Midnight Factory conferma l’alta qualità dei suoi prodotti: edizione assolutamente consigliabile.