Opera
Grazie alla campagna Start Up!, il crowdfunding organizzato da CG Entertainment tra il 15 febbraio e il 15 marzo 2017, supportato dai contributi concreti di 300 collezionisti, finalmente anche in Italia possiamo godere di un’edizione speciale e limitata – 500 copie numerate – del “film più crudele” di Dario Argento, Opera, che dopo l’uscita HD tedesca curata da Koch Media lo scorso anno, torna a far battere il cuore dei fan del Maestro e del thriller italiano anni 80. Sgombriamo subito il campo: chi temeva che la nuova edizione Blu Ray CineKult / CGHV avrebbe semplicemente riproposto il noto – e problematico – master giapponese usato dai tedeschi, limitandosi soltanto a fornire inediti contributi extra realizzati da Nocturno Cinema e un packaging di lusso, può stare tranquillo. Il trasferimento che adesso possiamo gustare è nuovo di zecca, frutto di un eccellente restauro realizzato a Los Angeles e supervisionato da Walter Orsen e Steve Peer, che segna davvero un upgrade eclatante rispetto a quanto visto in precedenza e che, senza ombra di dubbio, si pone da subito come nuovo punto di partenza obbligatorio per tutte le edizioni Blu Ray che anche il mercato internazionale proporrà in futuro.
Il confronto diretto tra il vecchio master hd pubblicato da Koch Media e questo nuovo pubblicato da CG Entertainment, si rivela inequivocabile, le differenze sono nette: il primo dato che balza agli occhi è che ogni inquadratura torna ad avere il giusto “respiro” grazie al formato corretto. Come sappiamo, il master Koch era penalizzato da un cropp che tagliando informazione ai lati dell’inquadratura ne castrava l’impatto generale. Va precisato che senza il riferimento del frame corretto, la fruizione del vecchio disco poteva anche risultare accettabile, malgrado l’effetto “zoomato” di cui si è detto, ma dopo la visione del nuovo master emergono chiaramente i limiti intrascurabili di quel cropp, e credetemi non è più possibile tornare indietro e farsi bastare quella fruizione.
Premesso ciò, l’upgrade non si esaurisce certamente con il ripristino del corretto rapporto d’aspetto: il livello della definizione generale del quadro è considerevolmente più alto, più incisivo e performante, tanto che, se visti contemporaneamente i due master, quello Koch, che è pur sempre 2K e ha una sua robustezza concreta, sembra comunque impastato e inadeguato, quasi si stessero confrontando un ottimo Blu Ray e un ottimo dvd, più che due Blu Ray. Il lavoro svolto da Steve Peer sulla color correction, inoltre, rende la fotografia di Ronnie Taylor più equilibrata, gestendo incarnati precisi e naturali senza però mai trascurare o alterare i picchi cromatici che spesso impreziosiscono la visione. La domanda che nasce spontanea è la seguente: quale delle due colorimetrie è la più fedele? Difficile dirlo con esattezza, ma presumibilmente, anche su questo versante, il nuovo master ci offre la risposta migliore.
E ancora: il bitrate si mantiene quasi sempre su valori medio/alti che permettono una fruizione decisamente appagante, la compressione non inquina la struttura della grana cinematografica e solo sporadicamente, durante qualche calo del bitrate, si lascia percepire maggiormente, ma mai in maniera davvero deleterea (dopo tutto, parliamo di un disco di 50gb pieno di materiali HD e SD). Anche le tracce audio dolby digital e DTS HD MA 2.0 in italiano e inglese sono profonde, dettagliate e piacevoli (il dvd clone contenuto nel digipack, inoltre, propone anche un potente DD 5.1 inglese, e non bisogna dimenticare che quella d’Albione è la lingua originale del film). Se proprio vogliamo trovare il classico pelo nell’uovo (o, per citare Franco Ferrini, se vogliamo proprio essere gli ant fuckers dell’home video), va segnalato giusto qualche scherzetto dell’encoding, che ci tradisce in un paio di momenti del film, determinando una breve e leggera (ma fastidiosa) instabilità del quadro; in dettaglio: alla fine del dialogo tra Betty, il regista e la manager, quando i tre parlano della maledizione del Macbeth dopo aver saputo dell’incidente occorso alla Cekova, e subito dopo durante la panoramica circolare che descrive i palchetti del Teatro Regio Di Parma, introducendo la prima esibizione di Betty nel ruolo di Lady Macbeth, si verifica una vibrazione che destabilizza i fluidi movimenti di macchina. Unica pecca concreta di un encoding che, per tutto il resto del film, svolge egregiamente il suo compito.
Un master di questo livello meritava certamente un’edizione curata fin nei minimi dettagli, e CG Entertainment non ha trascurato nessun aspetto dell’edizione, a cominciare dall’elegante packaging composto da un ecolbox di 17,7cm x 26,7cm, illustrato da Malleus, che contiene tre card da collezione (ma solo nelle prime 300 copie della tiratura una card è autografata personalmente da Dario Argento), il raffinato slipcase che riproduce l’artwork originale del film e protegge il digipack con Blu Ray e dvd clone, e per finire in bellezza Dario Argento, Opera – Il Film più Crudele, un libro di 120 pagine, stampato a colori, scritto da Davide Pulici (Nocturno Cinema). Insomma, una vera prelibatezza per tutti gli appassionati, e tralasciando per un attimo il nutrito comparto extra realizzato da Nocturno, che vi illustrerò in dettaglio poco più sotto, va detto che pubblicare oggi un libro sul cinema del Maestro, o su un film come Opera, è certamente un’impresa rischiosa, considerando la mole infinita di materiale pubblicato a ogni latitudine, sempre più semplicistico e ovvio, di cui l’argentiano della prima ora si è già stancato da anni. Pulici, invece, riesce nel difficile compito di proporci nel 2017 una lettura mai banale o scontata, tessendo un racconto perfino avvincente, approfondendo dettagli insoliti e soprattutto cercando di illuminare le zone d’ombra del film, quelle su cui ancora persistono interrogativi sensati, ma soprattutto, fornendoci una comparazione molto interessante tra una delle prime stesure della sceneggiatura del film e quella definitiva, considerevolmente ridotta e monca di tutta una serie di intuizioni previste in origine che, anche se scartate o modificate, ci permettono di inquadrare gli intenti di Argento da prospettive diverse.
Il comparto extra è corposo e contrappunta tanti argomenti trattati nel libro. In ordine, troviamo: Il Maestro dell’Opera, un incontro con Dario Argento; La Scrittura dell’Opera, incontro con Franco Ferrini; La Visione dell’Opera, incontro con Giovanni Gebbia, l’operatore che ha girato il backstage ufficiale del film; Il Ritmo dell’Opera, incontro con Claudio Simonetti. Quelle citate sono featurette realizzate da Nocturno che troviamo sia nel Blu Ray sia nel dvd clone, mentre quelle seguenti sono contenute esclusivamente nel bd: L’Opera al Nero, un incontro con Michele Soavi e Barbara Cupisti; L’Organizzazione dell’Opera, incontro con Alessandro Calosci e Tino Polenghi; Kill Me Francesca!, incontro con Francesca Cassola. E infine, i due piatti forti del comparto, anche questi presenti solo nel Blu Ray e non nel dvd: L’Opera in Super 8 e Inside Opera, due entusiasmanti sezioni del backstage d’epoca girato in super 8 e in video da Giovanni Gebbia, che personalmente considero la preziosa ciliegina sulla torta. Direi proprio che questa volta CineKult e CG Entertainment hanno davvero fatto le cose in grande, onore al merito.