The Square
2017
The Square è un film del 2017, diretto da Ruben Östlund
Palma d’oro a sorpresa – benché meritata – del 70° Festival di Cannes, The Square conferma l’originalità del percorso cinematografico di Ruben Östlund, nel momento stesso in cui allarga un sistema costruito da diversi film su osservazioni ed esperienze sociologiche. Contrariamente a quel che è stato detto nel momento della sua presentazione a Cannes, The Square non si contenta di proporre una facile satira del’mondo dell’arte moderna e contemporanea. Il film ha come antieroe Christian, il conservatore danese di un museo di Stoccolma, afflitto da difficoltà di carattere personale e professionale, ma non butta in derisione né lo snobismo degli artisti e dei galleristi né le opere concettuali stesse che hanno un ruolo più o meno centrale nel corso della vicenda. Il problema non è questo. L’universo dell’arte contemporanea è considerato come una lente per osservare i difetti della nostra società occidentale. Östlund intende parlare della responsabilità comune, e ci invita a interrogarci in rapporto agli altri, alla morale e alle questioni umanitarie. Snow Therapy (Force majeure) studiava la reazione di un padre di famiglia messo di fronte al panico in una situazione di stress. The Square si interessa alle contraddizioni che intervengono tra le nostre convinzioni e il nostro comportamento allorché ci troviamo ad affrontare circostanze imprevedibili.
Se conserva le sue virtù scientifche, si può dire che il cinema di Östlund si umanizza. Il regista abbandona lo sguardo distante con cui era solito osservare i suoi personnaggi cavia. La regia in The Square è meno sistematica, meno rinchiusa in un dogma che eliminava la prossimità e la complicità. E tuttavia non è meno profondamente sorprendente. Östlund violenta la sceneggiatura tradizionale mescolando tre intrighi distinti collegati dal personaggio del conservatore del museo: l’indagine sul furto del suo cellulare, un’avventura sessuale con una giornalista americana, il lancio di una campagna mediatica per una nuova esposizione intitolata The Square. nei tre casi, le iniziative, decisioni o negligenze di Christian innescano delle reazioni a catena dalle conseguenze disastrose.
Queste tre storie non vengono trattate allo stesso modo. il regista gioca con i principi dello squilibrio e della ripetizione, come per meglio sottolineare le diverse trappole che scattano su Christian, e mettono in pericolo il suo posto in società. Il film procede per strati successivi, ma anche per blocchi autonomi che rappresentano dei veri e propri film nel film, come la sequenza già da antologia dell’uomo scimmia. Una performance nell’ambito di un pranzo molto chic organizzato dal museo, semina lo scompiglio tra gli invitati prima di degenerare in pugilato. Una scena kubrickiana che fa scontrare gli istinti primitivi e la vernice della civiltà. La dimostrazione di Östlund non è mai professorale, e bisogna riconoscere al regista svedese un formidabile senso dell’humour, sia visuale sia verbale. The Square è una commedia acida interpretata da attori eccellenti, che riescono a incarnare e a rendere vivo un progetto sperimentale che avrebbe potuto restare solo un tentativo teorico. Claes Bang nel ruolo di Christian, una specie di Cary Grant scandinavo afflitto da una crisi esistenziale, è la grande rivelazione del film, mentre Elisabeth Moss brilla come vedette americana in brevi ma memorabili apparizioni.