Stratton
2017
Stratton è un film del 2017, diretto da Simon West
Immaginate: siete concorrenti di un quiz televisivo, uno dei tanti che infestano le reti tv, liberi di scegliere il preferito. Alla domanda su chi sia il più famoso agente segreto del cinema, cosa rispondereste? Azzardando un pronostico la maggior parte di voi direbbe James Bond, e senza dubbio la risposta è esatta. Ecco, a una prima occhiata, John Stratton appare come il fratello povero di Bond, il secondogenito, il figlio messo da parte in quanto il maggiore eccelle in ogni cosa, orgoglio del padre, cocco di mamma: insomma, è il Caino al quale stringereste la mano. Sarebbe tuttavia fare un grave torto a Duncan Falconer limitarsi a considerare la sua creazione letteraria un semplice sottoprodotto. Sì, perché Duncan Falconer, tanto quanto Ian Fleming prima di lui, sa perfettamente di cosa sta scrivendo. Ex commando SBS, oltre un decennio nella Royal Navy, il militare dietro allo pseudonimo sa il fatto suo e Stratton ne è il corrispettivo cartaceo. Certo, stiamo parlando di un personaggio diverso, in quanto non si tratta di un vero e proprio agente segreto, ma il paragone riesce ugualmente a essere calzante.
Soprattutto dopo l’esordio nei cinema del primo film tratto dalla serie, Stratton, al cui timone troviamo il Simon West di Con Air e The Expendables 2. Girato in gran parte nel nostro Bel Paese, il film di West è compatto e pacato, desideroso più di apparire realistico che non la copia carbone di un M:I qualsiasi. Per quanto apprezzabile, questo, purtroppo frena l’azione, che risulta banale, per nulla adrenalinica, un mero transito per legare le scene, e non diventa mai collante essenziale della narrazione. Sebbene, infatti, ci siano un paio di spunti interessanti – inventati o ispirati non ci è dato saperlo –, non scatta mai la scintilla dell’emozione e il fuoco dell’action si estingue ancor prima di aver scaldato, almeno un po’, l’animo dello spettatore. In questo senso, un budget che appare ridotto, certo, non ha giovato alla produzione, cosa visibile in diverse occasioni e specialmente nella parte finale. Ma bisogna essere onesti e ammettere che parte di responsabilità è anche nella scelta degli attori.
Dominic Cooper in primis, il protagonista, non riesce a convincere nei panni di un agente SBS qualificato, manca in presenza fisica e carisma e non pare particolarmente a suo agio con un’arma da fuoco tra le mani. Come lui nessuno riesce a brillare, se non un Derek Jacobi che, anche in una piccolissima parte, mostra classe da vendere. Pur modificando il contesto (dall’IRA si passa a terroristi russi, immergendo la storia nel mondo contemporaneo dei droni), Stratton manca di mordente e pecca in una realizzazione troppo scialba. Privo di tensione e monodimensionale, si protrae annoiato per 95 minuti. In cui nessuno sembra credere a ciò che fa.