Breaking Bad – Stagione 5
2012
Breaking Bad – Stagione 5 è una serie tv del 2012, andata in onda per la prima volta in Italia nel 2013, ideata da Vince Giligan.
“All bad things must come to an end”, preannunciava l’immagine promozionale di Breaking Bad di Vince Gilligan. E il finale più atteso dai tempi di quello di Lost è arrivato, inevitabile e definitivo. La quarta stagione si concludeva con Heisenberg fuori controllo, capace di manipolazioni intricatissime e impensabili; Glinding Over All, il midseason della quinta, aveva espresso per l’ultima volta le potenzialità di un Heisenberg all’apice della megalomania, e ci aveva lasciati per un anno con l’immagine iconica dello shock di Hank seduto sul cesso.
La resa dei conti in Breaking Bad – Stagione 5 inizia immediatamente, con Blood Money: si rimescolano le carte e ci ritroviamo a tifare per Hank, dimenticandoci che è uno sbirro prepotente, e per Jesse, che forse avrà la sua rivalsa; ma non c’è nulla che si possa fare, the reaction has begun. A suon di trauma e dolore si scolpisce la tragica riumanizzazione di Walt da un lato, ci si spinge oltre il tollerabile dall’altro, e ogni etica del Male è sbriciolata: Todd e zio Jack sono i cattivi più deviati e violenti, più bidimensionali, forse, ma proprio per questo più terribili e imprevedibili.
Dopo averci precipitato nell’angoscia con precisione millimetrica in To’hajiilee e Ozymandias (due capolavori), distribuendo senza pietà pugni nello stomaco e morti anticlimatiche, ora che Jesse è in catene e il cancro è tornato, Vince Gilligan e soci piazzano il vuoto, il silenzio, la lentezza di Granite State: nella neve del New Hampshire si consuma la resa di Walt, sconfitto e schiacciato dal peso fisico di soldi che non può usare. Finché una molla venuta dal passato (gli Schwartz) lo spingono a ricomporre per l’ultima volta Walt e Heisenberg, il genio criminale e l’uomo di famiglia ormai privato di ogni forma d’amore. Felina è in fondo la conclusione più prevedibile, c’è poco Jesse, molta fortuna (come sempre) e nessun conto rimane in sospeso. Ma è il finale di Walter White, e nella sua ineluttabilità è perfetto da spezzare il cuore.
Per sei anni Gilligan ci ha condotti dove voleva lui, ci ha fatto amare, odiare, sospettare, ci ha terrorizzati e costretti a sopportare l’impossibile. Ci ha manipolati in lungo e in largo. And we liked it. Ci mancherà.