Featured Image

Shortwave

2016
Titolo Originale:
Shortwave
REGIA:
Ryan Gregory Phillips
CAST:
Cristobal Tapia Montt (Josh)
Juanita Ringeling (Isabel)
Kyle Davis (Thomas)

Il nostro giudizio

Shortwave è un film del 2016 diretto da Ryan Gregory Phillips

È innegabile che negli ultimi anni siano stati sfornati alcuni titoli molto interessanti nel panorama sci-fi – basti pensare a Under the Skin (2013) di Jonathan Glazer o  Ex Machina (2014) di Alex Garland -, capaci di mettere sullo schermo storie forti in modo non convenzionale e visivamente conturbanti. In questo contesto si inserisce senza dubbio Shortwave, thriller-drama fantascientifico con marcate contaminazioni horror, scritto, montato e diretto dal giovane regista indipendente statunitense Ryan Gregory Phillips, al suo primo lungometraggio. Phillips non è di certo comunque un novellino e con Shortwave mette in mostra anche un notevole talento estetico, facendo emergere con chiarezza il suo passato da videomaker. Il ricercatore scientifico Josh (Cristobal Tapia Montt) e sua moglie Isabel (Juanita Ringeling) si trasferiscono in una spettacolare e avveniristica villa isolata circondata da un paesaggio da sogno, una cosiddetta “casa intelligente” dotata di ogni comfort e diavoleria tecnologica di ultima generazione, con annesso laboratorio, con lo scopo di riprendersi dalla perdita della loro bambina, scomparsa qualche tempo prima e probabilmente rapita.

dentro 1

La coppia sta attraversando un periodo di forte crisi dovuto al baratro in cui è sprofondata Isabel, attanagliata dal senso di colpa per la perdita della bambina, e anche la ricerca di Josh nel campo delle onde radio utilizzabili nella comunicazione con possibili presenze aliene sta subendo una battuta d’arresto. Il trasferimento nella villa di proprietà della compagnia per cui lavora Josh è auspicato come un nuovo inizio sia per la coppia che per il lavoro dell’uomo. Proprio mentre Isabel cerca faticosamente di recuperare la sua pace interiore, cominciano ad accadere strani fenomeni, con tanto di apparizioni oscure e la donna viene perseguitata da allucinazioni con protagoniste creature mostruose. Qui la storia evolve e c’è il classico cambio di ritmo che permette a Shortwave di elevarsi di prepotenza, pigiando con forza sul pedale dell’acceleratore. Le performance dei due protagonisti, Tapia Montt e Juanita Ringeling  (tra l’altro entrambi curiosamente di origine cilena), sono decisamente convincenti, e soprattutto la Ringeling fornisce una prova attoriale ricca di sfumature e sensibilità.

dentro 2

Il comparto musicale austero ma ipnotico (curato da Dominic Fallacaro) e infarcito in modo preponderante di suoni acuti e improvvisi accompagna con rigore l’incedere del narrato, a volte addirittura sovrastando le scene più cruente e creando una sorta di cacofonia sensoriale che destabilizza e affascina non poco. Gli effetti gore sono ben realizzati e abbondanti così come la fotografia è accurata e patinata, senza risultare però troppo stucchevole, e l’ambientazione futuristica della villa è una gioia per gli occhi, ma non tutto funziona alla perfezione, a volte la storia si accartoccia su se stessa, la confusione incalza e i finali multipli non giovano affatto, anzi fanno perdere mordente all’intreccio. Phillips parla già sia di un prequel che di un sequel a cui sembra stia lavorando Stephen Susco (sceneggiatore di The Grudge e The Grudge 2) che si vocifera piuttosto intrigante, in ogni caso Shortwave rimane un buon prodotto di intrattenimento e un classico esempio di mindfuck anche senza strabiliare per originalità.