Intervista a Jason Howard
Incontro con il disegnatore di Super Dinosaur e Trees
Jason Howard: disegnatore fumettista di talento, intervistato per Nocturno in occasione di Lucca Comics & Games 2017.
Buongiorno Jason, posso chiederti di presentarti ai lettori di Nocturno?
Vivo nel Michigan e faccio il fumettista. I miei lavori più noti sono Trees, una storia di fantascienza scritta da Warren Ellis, Super Dinosaur, un fumetto per ragazzi scritto da Robert Kirkman e The Astounding Wolfman, una serie supereroistica scritta anch’essa da Kirkman.
In Italia, a Lucca Comics & Games 2017, si presenta Super Dinosaur. Vorresti parlarcene?
Super Dinosaur racconta la storia di un ragazzo e del suo migliore amico che si dà il caso sia un T-rex parlante con enormi braccia robotiche controllate da joystick, come i videogames. Il padre è un brillante scienziato che scopre che la terra è cava e al suo interno i dinosauri sono ancora vivi. I dinosauri decidono di invadere la superficie e rubarne le risorse, e creano un esercito di mutanti, incrocio fra uomini e dinosauri. Il ragazzo e il suo amico dinosauro hanno il compito di difendere la terra. Si tratta di un’opera molto leggera e divertente, che prende spunto da cartoni animati come i Transformers e fumetti come l’Uomo Ragno dei primi tempi. Avventura, risate e una spruzzata di pericolo. Io e Robert ci siamo divertiti molto realizzare Super Dinosaur.
Hai menzionato alcune delle icone dell’intrattenimento degli anni ’80. Stiamo assistendo a una sorta di rinascimento degli anni ’80 sotto forma di riproposta di quel che ha segnato il nostro inconscio in quegli anni. La vedi come un’involuzione? Siamo ancora fermi lì?
Non saprei. Per quanto riguarda me e Robert, siamo padri di bimbi piccoli e volevamo creare qualcosa che potesse divertirli. Per farlo, abbiamo certamente filtrato, specialmente Robert che è davvero un grande scrittore, quel che abbiamo amato e ci ha fatto divertire in quegli anni, siamo stati ragazzini negli anni ’80, rileggendolo e riproponendolo in un linguaggio moderno.
Hai lavorato a opere di puro intrattenimento, come Super Dinosaur, e a opere più impegnate, come Trees. In quale contesto ti senti maggiormente a tuo agio? Ti senti più un intrattenitore o fumettista impegnato?
Conosco le tematiche a cui lavoro, in ogni caso, ma so concentrarmi su ciò a cui sto lavorando. Come autore amo confrontarmi con diverse situazioni, e dopo tre anni di puro svago con Super Dinosaur, un’opera come Trees era senza dubbio ciò di cui avevo bisogno, una sfida nuova e più impegnativa con cui confrontarmi, una storia di fantascienza ricca di dramma e di personaggi molto umani. Tuttavia, dopo anni di lavoro sulla serie di Warren Ellis, sento il bisogno di qualcosa di nuovo ed eccitante. Credo che un autore debba sapersi muovere nei contesti più diversi e realizzare storie di ogni genere.
Nei fumetti sei il front man. I lettori vedono il tuo lavoro, la sceneggiatura è il lato invisibile del tuo lavoro. Hai lavorato con due dei migliori sceneggiatori, Robert Kirkman e Warren Ellis, uno scrittore dal successo planetario e uno dei mostri sacri del settore. Qual è la differenza, in termini tecnici, fra lavorare con Kirkman e lavorare con Ellis?
Se ci penso troppo, sento la pressione. Specialmente con Warren. Io e Robert siamo buoni amici mentre di Warren sono fan di lunga data, e lavorare con lui può essere davvero una sfida. Si tratta di due scrittori eccellenti e molto prolifici. Sono due professionisti e disegno sempre volentieri sui loro testi. Warren Ellis lavora più sull’high concept mentre Rober Kirkman è più focalizzato sui personaggi, ma tutti e due sanno bene cosa significa scrivere per un disegnatore. Entrambi sanno trascendere i loro punti di forza, i personaggi di Warren funzionano e Robert è un maestro nel creare grandi cliffhanger, in ogni caso si tratta di veterani, tutti e due sanno bene cosa serve a un disegnatore per lavorare al meglio.
C’è un altro disegnatore con cui sogni di lavorare?
Ce ne sono molti, e mi piacerebbe realizzare qualcosa scritto da me, ho scritto molto di recente.
Conosci il mercato americano e qui a Lucca hai visto qualcosa del mercato italiano. Qual è la situazione attuale dei fumetti secondo te? E come vedi il futuro?
Il momento è buono. La cosa che amo dei fumetti, quel che mi ispira, c’è qualcosa di allettante nel lavorare a personaggi consolidati, Marvel e DC Comics, ma è fantastico vedere come molti artisti sono al lavoro su progetti propri in totale libertà creativa, questo è il genere di opportunità che Image Comics dà agli artisti, la possibilità di creare qualcosa di nuovo.
A proposito di Image. La casa editrice è iniziata come una clamorosa affermazione di indipendenza da parte di sette autori che hanno sbattuto la porta in faccia alle major rivendicando quel che ritenevano spettasse loro. Cosa è rimasto di quel periodo e come è cambiata Image Comics?
Image conserva quello spirito, anche se lo stile è ovviamente cambiato molto. La filosofia rimane quella di lasciare grande libertà agli autori, il cui incarico è soltanto di creare mentre la casa editrice si occupa di mettere le opere sul mercato. Le condizioni sono ottime per noi autori e noi siamo al centro del processo produttivo. Direi che Image conserva lo spirito originario. Detto questo, anche Marvel e DC producono grandi fumetti. In generale, direi che il linguaggio cambia e si evolve, ma i fumetti sono qui per restare e resteranno a lungo.