Smokey – A smogpunk adventure vol.1
La scrittura comica è difficile. Priva delle regole più rigide di altri generi, non che esse non esistano ma non contano se alla fine il tuo lavoro non fa ridere, per quanto a livello di trama e di sviluppo dei personaggi tutto possa essere stato fatto secondo i canoni. C’è tuttavia un formato d’elezione per la trasmissione dei contenuti comici, ed è quello breve. Non è l’unico ma, dallo sketch al racconto, la durata contenuta sembra essere una soluzione felice quando si vuol far ridere.
Brevi sono infatti le storie a fumetti contenute nel primo numero di Smokey – A smogpunk adventure, parodia del genere fantascientifico scritta dal collettivo Almafè e disegnata da Sara Terranova. Il concept di base è una contaminazione fra il noir e un sottogenere della fantascienza inventato dagli autori stessi, lo smogpunk, un mondo in cui la rivoluzione digitale non è mai avvenuta e la tecnologia si è sviluppata in senso analogico, con un conseguente picco dell’inquinamento atmosferico che costringe i personaggi a indossare una maschera antigas, vero marchio di fabbrica del fumetto.
Il tutto, unito alla vena umoristica che attraversa l’opera, funziona ma non entusiasma. Graficamente Smokey – A smogpunk adventure è piacevole, il segno grafico è moderno ma non particolarmente originale, c’è ma non si distingue. La trama delle singole avventure scorre e si lascia leggere ma, insomma, tutto lì. Non si ride granché, il protagonista non è particolarmente accattivante e, terminata la lettura, non resta molto. Senza pretese, ma forse troppo senza pretese. Peccato, perché l’impegno c’è e si vede.