Twin Peaks. Il dossier finale
Mark Frost, come del resto David Lynch, riescono sempre a sorprendere, anche in questo libro, Twin Peaks. Il dossier finale, che è una sorta di rivisitazione della terza stagione della serie televisiva. Lo scopo dell’autore, almeno apparentemente, è quello di far luce sulle vicende accadute a Twin Peaks dopo un lungo silenzio durato 25 anni. Alcuni nodi, in effetti, sembrano venire al pettine relativamente alla storia e alla storicità di alcuni personaggi che compaiono nel film in modo confuso, frammentato, estemporaneo (il colonnello Briggs, la signora ceppo, ecc). In realtà la ricerca di chiarezza è soltanto un’illusione. Il libro è incentrato sulla descrizione di un dossier scritto dall’agente Tamara Preston proprio nel corso del suo recente viaggio di ritorno dalla cittadina di Twin Peaks. Ancora fortemente sconvolta e turbata dagli ultimi strani e bizzarri avvenimenti, l’agente cerca invano di risalire in modo lucido e professionale a eventi quali sparizioni improvvise, sdoppiamenti di personalità, apparizioni di personaggi strani e di luoghi surreali, Loggia Nera.
Estratto dal libro.
DATA: 6 settembre 2017
DA: TAMARA PRESTON, Agente speciale
A: GORDON COLE, Vicedirettore
Caro Vicedirettore Cole,
In seguito alla sua richiesta dello scorso anno, al termine della mia indagine sul Dossier dell’Archivista, le sottopongo il mio rapporto conclusivo.
L’archivio – che terminava bruscamente il 28 marzo 1989, con l’improvvisa scomparsa del maggiore e la sua presunta morte – ci ha lasciato con molteplici piste investigative da seguire. Come mi ha suggerito lei stesso quando mi ha affidato l’incarico, ho condotto la mia indagine “fin dentro ogni più piccolo anfratto e ogni nicchia” in cerca di risposte. Per dirlo con parole più semplici, ora “l’Archivista” sono io.
Inoltre, come da lei richiesto, ho iniziato questo progetto nella città di Twin Peaks, tentando di aggiornarla sulle vicende di molti residenti della cittadina – parecchi dei quali lei conosce personalmente – nei decenni intercorsi. Ho appreso parecchie cose sorprendenti – le sue parole, “questi boschi sono pieni di segreti”, mi appaiono immediatamente un chiaro eufemismo – mentre tante altre riflettono lo stupefacente tasso di cambiamento che ogni comunità, grande o piccola che sia, affronta nel corso di un quarto di secolo di storia.
La descrizione del dossier lascia trasparire una richiesta di aiuto da parte dell’agente Tamara Preston nel tentativo di risolvere enigmi che non solo non trovano risposta, ma al contrario aprono nuovi scenari di non-senso. Anche la ricostruzione stessa delle vita dei personaggi di Twin Peaks non sembra aiutare nel percorso di chiarificazione generale e questo ci riconduce alla consueta sensazione di smarrimento e di sospensione tra sogno e realtà, sacro e profano, sensazione alla quale Lynch e Frost ci hanno da sempre abituati. Ricompare così nel lettore la dimensione dell’ignoto, il senso di panico, l’ambivalenza, l’inquietudine, l’elettricità, la drammaticità ironica e surreale, il caos dispersivo. Da questo punto di vista il libro non fa altro che riattivare e alimentare le ansie e le inquietudini che si percepiscono costantemente nella serie televisiva, forse perché la specialità di Lynch e di Frost è proprio quella di far leva sulle ansie e sulle inquietudini individuali percepite dal lettore o dallo spettatore. Questo è ciò che ci accade ogni qualvolta ritorniamo con la mente e con lo spirito a Twin Peaks, uno sconvolgimento emotivo e cognitivo che ci turba e che ci ammalia, ma che ci piace da matti, tanto è vero che già aspettiamo con ansia altre stagioni di libri e film. Almeno questa è la nostra speranza, la nostra illusione.