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Il demone di Laplace

2017
Titolo Originale:
Il demone di Laplace
REGIA:
Giordano Giulivi
CAST:
Silvano Bertolin (Karlheinz)
Ferdinando D'Urbano (Herbert)
Carlotta Mazzoncini (Sophia)

Il nostro giudizio

Il demone di Laplace è un film del 2017, diretto da Giordano Giulivi.

Tutti coloro che sostengono la definitiva dipartita del cinema di genere italiano, probabilmente non hanno mai dato una seria occhiatina all’ottimo lavoro di Giordano Giulivi. Un cinefilo di quelli DOC, con occhi, mente e cuore ben imbottiti di fotogrammi di qualità. Uno, insomma, che se fosse nato e cresciuto altrove, oggi non sarebbe certo solo un vago nomignolo sepolto in qualche anfratto di Wikipedia. Eppure il nostro buon cineasta romano ci aveva già dimostrato il proprio indiscutibile talento con la grottesca satira del bislacco sci-fi Apollo 54, senza tuttavia smuovere a sufficienza le stagnanti acque dell’italica critica. Poco importa, poiché, stavolta, dinnanzi al fascino visivo di un’opera potente e ipnotica come Il demone di Laplace, anche le penne più incartapecorite del Bel Paese dovranno darsi una seria svegliata, al pari dei ben più lungimiranti e ricettivi colleghi internazionali.

Impastando per benino la meccanica mistery codificata da Agatha Christie con le incubotiche suggestioni ultracontrastate del caro vecchio espressionismo, per smaltare infine il tutto con un brumoso bianco e nero che rigurgita corposamente il noir orrorifico di Jaques Tourneur, quel pazzo genio di Giulivi ci novella la disavventura di un team di ricercatori chiamati a raccolta su un’isola sperduta – che non è certo del Dottor Moreau, ma poco ci manca – al cospetto di un misterioso mentore, il professor Conelius, per relazionare in merito allo sviluppo di un ingegnoso software in grado di prevedere il comportamento fisico degli oggetti. Ma quando i nostri otto incauti avventori – che, anche senza essere Dieci, sono ugualmente Piccoli indiani – scoprono di essere bloccati per l’intera piovosa nottata all’interno della grande villa del (mad?) Doctor di turno, il dubbio circa la vera natura della loro convocazione inizia a farsi sempre più bruciante. Specialmente dopo aver scoperto che le loro azioni vengono accuratamente previste e replicate da un complesso marchingegno che riproduce alla perfezione il modello della sperduta magione, nella quale la morte sembra ormai aver iniziato a distendere il suo implacabile sudario.

Sinceramente c’è davvero ben poco da dire dinnanzi a Il demone di Laplace, se non tacere e godersi ogni singola inquadratura appassionatamente apparecchiata dal nostro Giulivi. L’unico, dopo il lavoro sperimentale di Lars von Trier con Europa, ad aver avuto il coraggio di riproporre la storica tecnica della retroproiezione per dar corpo a incubotici ambienti in stile anni ’40 che farebbero saltare di gioia persino una taglia forte come Sr. Alfred Hitchcock, conferendo al proprio inquietante universo una dimensione fuori del tempo e suadentemente anti-realistica. Goticheggiante baviano, richiami alla perturbante stop-motion dei fratelli Quay e tanto, tanto amore per il cinema che fu, sono gli ingredienti chiave di questa splendida pellicola, strapremiata e osannata all’estero quanto impudentemente ignorata in patria, un film che vale ben più di qualunque stelletta gli si possa affibbiare con pedante superficialità.  Ma ora basta parlare: è ora di guardare! E state pur sicuri che non ve lo scrollerete di dosso così facilmente. Parola di scout!

Il demone di Laplace è il quarto titolo scelto per la rassegna digitale di genere firmata da Nocturno e Cinemaf, potete godervelo comodamente in streaming cliccando sul seguente link: https://promo.cinemaf.net/nocturno-cinemaf.