Poker e horror
Un matrimonio mai pienamente consumato o quasi
Il cinema horror non ha mai avuto realmente un grande feeling con il poker. Questo assunto è testimoniato dalla quasi totale assenza di film connessi con questo argomento. Per quanto riguarda il panorama italiano l’unica pellicola realmente in tema è Il Cartaio del maestro Dario Argento, film del 2004 la cui trama ruota attorno a un assassino intento a giocarsi, al poker online con la polizia, la vita delle sue vittime. Pur non avendo per la verità riscosso il successo sperato, quest’opera di Argento ha il merito di attestare il tricolore in quella ristrettissima cerchia di horror, splatter, gore etc. connessi con il tema in questione. Nel panorama statunitense, l’ultimo in ordine d’uscita e forse anche l’esperimento che ha dato i maggiori frutti per questo connubio poco esplorato è Poker Night, film del 2014 del regista Greg Francis (anche autore della sceneggiatura). La trama di quest’opera vede ritrovarsi sul tavolo verde, nella più classica delle serate tra puntate, bluff e risate, un gruppo di ex poliziotti. Nel corso della partita vengono passate in rassegna le storie delle loro esperienze alle prese con vari omicidi e serial killer. Attraverso una serie di gustosi flashback dai toni pulp (evidenti i richiami alla tecnica narrativa di Memento e Pulp Fiction), si scopre la personalità dei giocatori intenti a istruire con i loro ricordi il neo detective Stan Jeter, il novellino di turno interpetato da Beau Mirchoff, che è anche il protagonista principale del film. Con lo scorrere delle sequenze lo si troverà presto alle prese con un anonimo assassino in giacca e cravatta che indossa un’inquietante maschera in bilico tra il sembiante del celebre Leatherface di Non aprite quella porta e lo spaventapasseri del Mago di Oz.
Ad ogni modo questo film è in qualche maniera un’occasione mancata perché la trama poteva avere tutte le potenzialità per regalare al pubblico una pietra miliare del genere e invece nonostante anche il cast d’eccezione, con attori del calibro di Ronald Jason Eldard, Ron Perlman (che i più conosceranno come il capo banda della serie Sons of Anarchy) e Giancarlo Esposito (attore italo-americano già interprete di Breaking Bad e Better Call Saul, ultimamente presente in un cameo dei The Pills), il risultato finale non ha accolto consensi plebiscitari. Ciò è dovuto al fatto che questo film non riusce a coinvolgere emotivamente lo spettatore mancando della giusta intensità. Ciò detto, alcune sfumature splatter, parentesi comiche e riuscite gag visive rendono questa pellicola un curioso mix di generi e forse il più riuscito esperimento di poker/horror. Anche Poker Run di Julian Higgins del 2009 è un altro esempio di come il cinema dell’orrore e il celebre gioco di carte non vadano propriamente a braccetto. Il plot della vicenda ruota in sostanza attorno ad una coppia di biker che finisce nelle grinfie di una banda di motociclisti psicopatici. Alcune intense sequenze con destieri d’acciaio lanciati nelle strade desertiche del Nevada meritano tuttavia la visione della pellicola che purtroppo finisce per perdersi in colpi di scena semplicemente irrealistici richiamando, e anche male, l’epopea del franchise di Saw.
Maggiori toni splatter, stesso risultato scadente per Dead’s Man Hand, film del 2007 del regista indipendente Charles Band che racconta la storia di un gruppo di amici intrappolato in un Casinò di Las Vegas popolato dai fantasmi di alcuni mafiosi uccisi sul posto. Sebbene anche in questo caso l’idea risulti decisamente originale, la resa sui rulli è purtroppo semplicemente tragica. E pensare che alcuni dei più bei film di Hollywood hanno sviluppato la tematica del Poker e del tavolo verde in generale regalando alcuni grandi successi della cinematografia mondiale. Si pensi, (solo per citarne alcuni) al celebre Casinò di Martin Scorsese (regista con il pallino del gioco), ai vari Ocean’s Eleven, Twelve e Thirtheen, a Runner Runner, interpretato da Ben Affleck e Justin Timberlake, a Casinò Royale e a Rounders. Si fatica a comprendere come mai la cinematografia horror non sia riuscita ancora a produrre un film memorabile sul tema. Qualche regista coraggioso potrebbe ad esempio imbarcarsi in un Survival Zombie girato a Las Vegas dove un virus misterioso trasforma i giocatori in non morti affamati di cervelli. Altro tema interessante potrebbe essere un classico alla Halloween, con un gruppo di amici chiusi ad esempio in una baita di montagna a giocare a poker, alle prese con il Jason di turno che decima la compagnia chiudendosi con un epico head’s up tra l’ultimo sopravvissuto e il maniaco assassino. Anche un Serial Killer che sceglie le sue vittime al tavolo da gioco lasciando poker d’assi insanguinati sui luoghi del delitto, potrebbe essere un’altra tematica interessante. Scherzi a parte sembra che a volte alcuni argomenti viaggino su binari intangibili e questo è il caso del poker e del cinema horror, un matrimonio mai realmente consumato.