Fulci For Fake
A Venezia approda il primo biopic sul maestro romano.
Fulci For Fake è il primo biopic su Lucio Fulci. Un film che indaga l’uomo e il suo cinema attraverso materiali inediti e mai visti primi: filmati, fotografie, registrazioni audio. Un film che racconta l’uomo Fulci come mai accaduto prima, grazie anche alla presenza, per la prima volta, di entrambe le figlie: Antonella e Camilla. Il suo cinema, nonostante abbia conosciuto grandi momenti di successo – da Zanna Bianca a Zombi 2, vera hit al momento della sua uscita nelle sale statunitensi – ha iniziato a emergere in tutta la sua potenza, in tutto il mondo, solo dopo la morte del regista. I suoi film sembrano essere più sorprendenti, più innovativi, più influenti, paradossalmente, più diventano lontani nel tempo dalla loro realizzazione. Il mistero di Fulci è legato anche alla sua vita personale, alla sua natura di uomo. Infiniti aneddoti, raccontati da amici e collaboratori e raccolti dopo la sua morte, ne hanno fornito un ritratto esuberante, inafferrabile. Fulci però ha parlato raramente di se stesso nelle interviste. Ma ha raccontato la sua vita nei suoi film, che sono un mosaico di tutto quello di travolgente, e anche di tragico, che ha affrontato nel suo percorso umano.
Lucio Fulci è oggi uno dei registi italiani più conosciuti al mondo. Conosciuto e venduto, in quanto ogni anno, in tutti i principali mercati home video mondiali, dagli Stati Uniti al Giappone, dal Regno Unito alla Francia, escono edizioni da collezione, restaurate e ricche di contributi extra, non solo dei suoi film principali e più noti, ma anche di quelli minori, come le ultime produzioni o i western e le commedie del primo periodo della carriera del regista romano. Più il tempo trascorre, più il culto di Lucio Fulci si ingigantisce, invece di affievolirsi. Al momento della sua morte, nel 1996, Lucio Fulci era un regista ai margini dell’industria, ignorato dalla principale critica italiana, ma che stava iniziando a intravedere una seconda giovinezza. Da una parte per merito del proliferare di saggi e articoli di riviste e critici esteri, dall’altra grazie all’insperato possibile ritorno sul set: un remake de La Maschera di Cera, prodotto da Dario Argento. Una produzione ad alto budget, dopo anni di lavori realizzati con mezzi inadeguati, lontani dalla qualità tecnica che Fulci aveva denotato sia nei suoi celebri horror, sia nelle produzioni più mainstream (come Zanna Bianca, successo al box office italiano dei primi anni ’70).
Lucio Fulci muore però improvvisamente prima dell’inizio delle riprese de La Maschera di Cera, oltretutto lo stesso giorno di Krzysztof Kieślowski, e la scomparsa dell’autore de Il Decalogo eclissa, in una spietata beffa del destino, la morte del regista romano. Ma, dopo la morte, l’opera di Lucio Fulci incorre in una rapida e inarrestabile rivalutazione, a partire dagli elogi di registi di fama mondiale (Quentin Tarantino utilizza un brano dalla colonna sonora del film Sette Note in Nero nel suo Kill Bill; Sam Raimi inserisce dei frame da L’Aldilà nel suo campione d’incassi Spiderman; il premio Oscar Guillermo del Toro indica Zombi 2 come uno dei suoi film preferiti di sempre), della critica estera e finalmente anche italiana, al restauro di quasi tutti i suoi film, fino all’uscita di poderosi studi critici, italiani e non.
Autore di circa 60 film, Lucio Fulci è oggi considerato un maestro, la cui opera, per anni sottovaluta, rimossa, ignorata, è mitizzata al di là delle singole differenze tra i film. Il suo cinema infiamma anche il pubblico più giovane, che oltretutto cresce vedendo film di nuovi registi internazionali che citano consapevolmente l’estetica fulciana, da Pascal Laugier a Joachim Trier. In Italia forse in pochi sanno che, al momento della sua uscita statunitense nel 1980, Zombi 2 entrò nella top ten degli incassi statunitensi, gareggiando con film come L’Impero Colpisce Ancora e The Blues Brothers, incassando circa 30 milioni di dollari, una cifra impensabile per un film di produzione italiana. Ma il suo successo non fu effimero, dato che a distanza di 40 anni dalla sua realizzazione, il film è ancora oggetto di culto da parte del pubblico americano, che si riunisce annualmente in convention che celebrano il film e alle quali partecipano membri del cast e della troupe. Una venerazione che riguarda molti altri film di Fulci, come L’Aldilà, Lo squartatore di New York e Quella Villa Accanto al Cimitero, e che testimoniano quanto tutto quello che riguarda Fulci sia oggetto di amore, di attenzione e di interesse da parte di un pubblico eterogeneo e vasto.