Attacco al Potere 3 – Angel as Fallen
2019
Attacco al potere 3 è un film del 2019, diretto da Ric Roman Waugh.
Quello di Attacco al potere è un franchise di successo che necessita della giusta cornice per capirne potenzialità e pubblico di fruizione: nato sotto l’ombra dello spionaggio industriale, il primo capitolo uscì a una distanza breve da White House Down, film di Roland Emmerich. Nel giro di appena trenta giorni, uscirono due film praticamente identici. I costi un pò più contenuti furono positivi per il film con protagonista Gerard Butler, che ne sancì addirittura un secondo capitolo, ambientato a Londra. Il cerchio si dovrebbe chiudere con questo terzo capitolo, che vede il nostro eroe Mike Banning tornare nel suo Paese, ma sarà proprio esso che ordirà un complotto alle sue spalle, ritenendolo responsabile dell’ennesimo attacco alla vita del Presidente degli Stati Uniti (Morgan Freeman). Nulla di nuovo sotto il sole dunque, con una formula produttiva che ha cercato di spremere sempre più sui costi di produzione, paradossalmente sempre più ristretti (il terzo capitolo è quello costato meno tra i tre, con il primo che detiene i costi maggiori).
Cercando l’incasso semplice e diretto, la natura velata del franchise prende piede senza filtri: Attacco al Potere non è mai stato un film che ha cercato di far leva sul suo protagonista e non ha mai voluto essere un prodotto figlio dei diversi Die Hard, ma semplicemente intrattenimento senza dover pensare troppo alle conseguenze logiche degli eventi narrativi. Con l’inevitabile svolta narrativa del complotto e del fuggitivo, si calcano gli stilemi del genere, con il protagonista che si ritroverà a partire da nulla, o meglio dal passato, facendosi aiutare dal padre (un sempre ottimo Nick Nolte), anch’esso con qualche scheletro nell’armadio per quanto riguarda segreti e fedeltà di Stato. Insomma, un’eredità di famiglia che finisce sempre a sangue, cadaveri, pallottole ed esplosioni violente, peccato che tutta questa parentesi diventi poi fuffa buonista negli ultimi atti del film, perché ciò che cerca di fare Waugh è dare un’anima a Mike Banning, farla emergere grazie a questi momenti strettamente intimi e poi distruggerla minuto dopo minuto assieme alle conseguenze belliche del film.
Attacco al Potere 3 sotto questi aspetti classici e ripetuti fin troppe volte, appare un pò più maturo dei precedenti film, per quanto risulti sempre mediocre nella realizzazione finale, ma il corpo stanco e martoriato di Gerard Butler infonde grande sofferenza, la consapevolezza tangibile di un eroe allo stremo, stanco delle ripetute battaglie che cerca il meritato riposo, ma l’America cinematografica è sempre piena di cattivi – guarda un po’, sono proprio Russi – pronti ad attentare la vita del Presidente degli Stati Uniti e quindi non ci si ferma mai, braccati nelle foreste notturne o in un assedio ospedaliero, tutto è già visto, ma ben innestato nei congegni già oliati di una macchina che è arrivata al terzo step della sua vita. Attacco al Potere 3 dunque, funziona meglio degli altri, conservando la sua natura produttiva poco ispirata, ma riuscendo a intrattenere il giusto, per poi lasciarsi dimenticare poco dopo.