The Walking Dead 10 – Il primo episodio
I confini che superiamo
Non sono numerose le serie che riescono ad arrivare indenni alla decima stagione ed essere ancora annoverate tra gli eventi della stagione televisiva. Certo, i fasti grandiosi degli anni passati sono ricordi ormai polverosi: i record di pubblico battuti puntata dopo puntata, il clamore nell’opinione pubblica per i colpi di scena violenti e inaspettati, i lampi orrorifici e narrativi sono ormai vestigia di un recente passato che hanno lasciato spazio a una storia che più di una volta è inciampata su se stessa, sui propri stereotipi narrativi e su un vicolo cieco da cui non sembra proprio uscire. Le ultime cartucce di grosso calibro sono state l’introduzione di Negan (Jeffrey Dean Morgan) e la (presunta) morte del protagonista principale, Rick Grimes (Andrew Lincoln), entrambe fragorose nel momento dello sparo, più innocue al momento dell’impatto, perché l’ultima stagione di The Walking Dead ci aveva consegnato un Negan colpevolmente sottosfruttato nel ruolo di grillo parlante e un Rick martire con un portone spalancato al suo futuro re-ingresso. La nona stagione ci aveva però anche regalato qualche brivido grazie alla ferocia della nuova minaccia all’alleanza del quadrilatero Hilltop – Alexandria – Regno – Oceanside: una minaccia umana celata sotto le pelli degli zombi, guidata dalla sanguinaria Alfa (Samantha Morton) che per chiarire il proprio ruolo nel mondo aveva marcato i propri confini con le teste di vittime, anche illustri, delle quattro comunità.
Dall’accettazione di questi confini riparte la nuova stagione. Fortunatamente gli autori abbandonano l’estetica spudoratamente copiata da Game of Thrones: niente più look da Khaleesi per la (ex) regina Carol (Melissa Suzanne McBride), addio geopolitica, catastrofi climatiche in stile “l’inverno sta arrivando” e zombi di ghiaccio. Si riparte anzi dall’idillio di una spiaggia sull’oceano. Dopo la caduta del Regno, le comunità di Hilltop e Alexandria, ormai unite dalla comunicazione via radio, praticano gli addestramenti militari di Oceanside per trasformarsi, compresi anziani e bambini, in combattenti, in una possibile guerra contro i sussurratori e nella quotidiana lotta di sopravvivenza contro i vaganti. Su di esse incombono da subito grosse minacce: la prima, più latente, si scatena dal ritrovamento di un volto scarnificato in spiaggia, segno che il gruppo di Alpha è sempre presente; l’altra, più concreta, si materializza dallo spazio. Un satellite russo entra nell’atmosfera terrestre e si schianta in un territorio incluso nei confini dei sussurratori. Lo schianto provoca però un grosso incendio che rischia di coinvolgere anche le vicine coltivazioni, distruggendo le più grosse fonti di cibo delle comunità. Ovviamente non rimane per strada il più immanente dei nemici della serie, ovvero gli zombi, sempre più putrefatti, deformi e integrati con la natura (esemplare, nei primi minuti, lo zombi proveniente dal mare incrociato con un tronco d’albero).
Come quasi tutte le puntate cruciali della serie, anche questa è diretta da Greg Nicotero, che come marchio di fabbrica personale decostruisce nuovamente la narrazione lineare dell’episodio classico, gioca con le situazioni, divide la puntata in capitoli quasi per riprodurne l’origine cartacea. Ormai da un paio d’anni si è scelto, consapevolmente, di lasciar perdere le puntate scoppiettanti e ultra-fracassone di inizio stagione o di midseason, quelle che per un paio di stagioni avevano lasciato chiunque a bocca aperta. Adesso The Walking Dead segue la filosofia dello slow burning applicato al dramma e una grossa parte della puntata, che di spettacolare ha soltanto l’incendio provocato dal satellite, è ben dedicata agli sviluppi dei personaggi, in particolare al rapporto di amicizia, sempre presente e mai veramente approfondito, tra Carol e Darryl (Norman Reedus). D’altronde se la AMC vuole davvero proseguire nel migliore dei modi la strada verso il finale (è già stata confermata l’undicesima stagione) deve inventarsi qualcosa di diverso rispetto agli ultimi anni. Forse qualche cambio nel cast (Danai Gurira dovrebbe lasciare il ruolo di Michonne per impegni cinematografici) e qualche ritorno (Lauren Cohan ritornerà a interpretare Maggie) daranno la giusta scossa. Fin quando la tensione della riuscitissima Alpha terrà, sarà comunque un appuntamento settimanale da non perdere.