I film da guardare a novembre
Le uscite in sala tra App che uccidono, zombi evoluti e Ghostbusters de’ noantri.
Miseramente incastrato fra il lontano ricordo dei bagordi vacanzieri e l’ancora nebbioso miraggio delle festività natalizie, il mese di novembre ci pare spesso un limbo, una terra di nessuno da affrontare e superare il più in fretta possibile per non rischiare di piombare nella buia depressione autunnale. Per fortuna il caro vecchio e bianco schermo ci viene ancora una volta in provvidenziale soccorso, chiamandoci a raccolta per una sfilza di appetitosi appuntamenti cinematografici che perdere è a dir poco impossibile. Pena una sessione intensiva di dolcetti e scherzetti sopravvissuti all’ormai sopita notte di Ognissanti. Dunque molliamo gli ormeggi e lasciamoci mollemente trasportare dal coccolante abbraccio della sala, luogo magico e accogliente pronto nuovamente a colorarsi di mille e più sfaccettature, pensate e confezionate per ogni gusto e umore; ecco i film da guardare nel mese a novembre.
1. Parasite
Ad aprire le danze con un gran bel botto ci pensa quel gran volpone di Bong Joon-ho che, ancora abbagliato dai lustrini e dalle paillettes di Cannes, si prepara a scatenare sul grande schermo, a partire dal 7 novembre, il suo premiatissimo Parasite, un tesissimo e gelido thriller familiare che vede un modesto insegnate in bolletta e la sua allegra combriccola parentale insinuarsi sempre più profondamente e molestamente nella vita quotidiana di alcuni conoscenti parecchio facoltosi, in un gioco morboso e inquietante che, a tratti, ricorda i drammi asettici di un Michael Haneke e i surreali incubi ad occhi aperti di un Yorgos Lanthimos. Un filmetto per stare tutt’altro che allegri insomma, forte del bollino qualità della Palma d’Oro – la prima all in Corea – e che non ci farà certo dormire sonni troppo tranquilli. Ricordate cosa ci insegnava la cara mammina? Mai dare troppa confidenza agli sconosciuti. Uomo avvisato, mezzo salvato!
2. Motherless Brooklyn – I segreti di una città
Diciamo pure la verità: Edward Norton non è mai stato un gran simpaticone, tanto nella vita quanto sul set. Come cinematografaro, poi, non si può certo dire di meglio, almeno stando al pessimo risultato ottenuto con Tentazioni d’amore, fino ad oggi sua unica esperienza dietro la macchina da presa. Perciò non possiamo che accogliere con sincera perplessità la ferrea volontà di imbracciare nuovamente l’obiettivo, a distanza di oltre vent’anni, per portare sullo schermo Motherless Brooklyn – I segreti di una città, onesto e intrigante romanzo noir firmato da Jonatahn Lethem ambientato nei fumosi anni ’50, dove Lionel Essrog (Norton sé medesimo, ovviamente), un ombroso detective affetto dalla sindrome di Tourette, è impegnato a barcamenarsi fra mille peripezie per poter far luce sulla morte dell’amico e mentore Frank Minna (Bruce Willis, incrociamo le dita e speriamo bene!), in un tripudio di vicoli bagnati, borsalini, impermeabili e, si spera, una sana dose di Pupe & Pistole. Chiamando a raccolta nomi del calibro di Willem Dafoe, Alec Baldwin e Bobby Cannavale, il nostro caro Edward si prepara a tentare nuovamente la fortuna a partire dal 7 novembre, calcando sul testone il capellaccio di Humphrey Bogart e pregando che l’ormai granitico savoir faire dal collega Bruce possa dimostrarsi qualcosa di più dal solito termosifone di ghisa con occhi e bocca.
3. Sono solo fantasmi
Dimenticate gli spiritelli porcelli di Tim Burton. Scordatevi pure le erotiche moine ultraterrene di Quando Christian e Brando De Sica scelgono di cimentarsi con ectoplasmi e porte cigolanti, non può che venirne fuori una commedia coi fiocchi e i controfiocchi, dove uno scapestrato terzetto di fratelli (Christian De Sica, Carlo Buccirosso e Giammarco Tognazzi) sceglie di far fronte ai pesanti debiti lasciati in eredità dal padre fresco fresco di sepoltura improvvisandosi Ghostbusters de’noantri, sfruttando a proprio vantaggio la superstizione tricolore per far su un bel gruzzoletto. Ma quando uno degli incauti malfattori acchiappaspettri viene realmente posseduto dallo spirito del defunto genitore, ecco che le cose cominciano a prendere una piega decisamente inaspettata. Senza troppe pretese e con tanta voglia di far divertire, a partire dal 14 novembre Sono solo fantasmi si prepara ad essere uno degli appuntamenti più attesi del periodo prenatalizio, contando su un cast di grande richiamo e su di una comicità parecchio scoppiettante.
4. Countdown
Prima di sguazzare fra i meandri di App Store o di Google Play alla ricerca di qualche oscura diavoleria di dubbia provenienza, sarebbe forse meglio dare un’occhiatina a Countdown, un horror partorito da Justin Dec in cui l’ormai consueto groppuscolo adolescenziale iperormonale e abbondatamene fancazzista si ritrova fra le mani un’oscura app in grado, udite udite, di predire la data della propria morte. Appurato che l’applicazione in questione non può più essere disinstallata, ciascuno dei nostri incauti ragazzi dovrà imbarcarsi in una corsa contro il tempo per tentare di rimandare quanto più possibile la propria prefissata data di scadenza, nel mezzo di situazioni al cardiopalma e dipartite a tal punto tragiche da far sembrare l’ultramondana sfiga nera di Final Destination una passeggiata allo zoo. Tutti in sala dunque il 21 novembre per farci accapponare la pelle e sorbirci la nostra salutare dose di ansia pura, sperando solo che i Zuckerberg e soci ne se ne escano anche loro con una delle loro tecnologiche e letali trovatelle.
5. Light of My Life
Le certezze nella vita sono davvero poche: le tasse, la morte e Casey Affleck. Il fratellino talentuoso e decisamente più umile del già ben noto Ben, dopo l’esordio registico con il bizzarrissimo mockumentary dedicato alla finta carriera da rapper dell’amico Jacquin Phoenix, sceglie stavolta di fare la spola dietro e davanti l’obiettivo con Light of My Life, intima e delicata pellicola post-apocalittica che descrive le vicissitudini di un padre e della sua giovane figlia intenti a sopravvivere in un desolato prossimo futuro nel quale, a causa di una pandemia non meglio identificata, la quasi totalità della popolazione femminile è stata eliminata senza troppi complimenti. Dovendo arrangiarsi come meglio può, con il solo fondamentale compito di difendere la sua amata pargoletta dalle grinfie di uomini assatanati e senza scrupoli, il nostro amico Casey si troverà a dover dar fondo a tutte le proprie energie e al proprio immenso amore di padre per non far sì che il destino si abbatta implacabile come una tagliola. Un dramma esistenziale intriso fino al midollo di amore, coraggio e tanta speranza, un racconto di formazione fortemente autoriale che, a partire dal 21 novembre, non mancherà certo di farci riflette su come sarebbe un mondo senza più il colore rosa a farci compagnia.
6. Zombieland – Doppio colpo
Dove eravamo rimasti? Ah si: una Terra ormai desolata e in mano a orde di zombie assetati di emoglobina in cui la nostra mal assortita combriccola di ammazzacervelli composta dal cazzuto Tallahassee (Woody Harrelson), dal previdente Columbus (Jessie Eisenberg), dall’avvenente Wichita (Emma Stone) e dalla tosta Little Rock (Abigail Breslin) tenta di sopravvivere come meglio può. Ma se in Benvenuti a Zombieland alla fine di tutto pareva finalmente regnare una parvenza di pace e armonia, stavolta in Zombieland – Doppio colpo le cose iniziano a farsi ben più complicate, con Little Rock fuggita dalla base operativa situata all’interno della Casa Bianca in compagnia di uno sguinzero di passaggio, costringendo i suoi compagni a lasciare il rifugio così faticosamente conquistato per inseguirla nel mezzo di un’America allo sbando, in cui i famelici mangiacarne a tradimento paiono essersi evoluti in tre specie ben distinte: gli Homer (i più tonti), gli Hawking (i più intelligenti) e i Ninjia (i più letali). Le scommesse sono aperte per il tasso di demenziale e ironica surrealtà con cui il buon Ruben Fleischer vorrà condire per bene questa sua nuova creatura, a dieci anni esatti dal fortunato esito della propria delirante zombie comedy. Se poi in questo mucchio selvaggio ci gettiamo addirittura uno come Bill Murray, beh, allora il 14 novembre è bene non prendere altri impegni di sorta.