La tuffatrice
In un sottogenere costruito sulle idee, che negli ultimi anni comincia a risentire di una certa sovrapproduzione, una via per rivitalizzarlo e realizzare un’opera leggibile e significativa è lavorare intorno all’idea, su una serie di elementi che di un romanzo fanno altrettanto parte anche se nel contesto del genere di solito non sono centrali, come i personaggi o il punto di vista. Questa è la via intrapresa da Julia Von Lucadou con il suo La tuffatrice, un romanzo distopico che, nell’inflazione di cui soffre attualmente il genere, si distingue proprio per la qualità della scrittura e per il lavoro sui personaggi.
L’idea che sta alla base ricorda una puntata di Black Mirror, una di quelle belle, ma lo sviluppo non vive di rendita sulla trovata preferendo una svolta tutta character driven. In un futuro in cui la linea di demarcazione fra i social e il credito sociale attualmente in via di sperimentazione in Cina è stata del tutto cancellata, la campionessa mondiale di High Rise Diving, tuffi acrobatici dai grattacieli, rinuncia alla propria celebrità, e ai relativi privilegi, per ritirarsi dal mondo. Il punto di vista è quello della psicologa incaricata di farle cambiare idea che, sulla risoluzione del caso, si gioca a propria volta carriera e privilegi in un gioco degli specchi in cui rivede la propria condizione in quella della propria assistita, in un panopticon di fatto in cui siamo tutti prigionieri e tutti sorveglianti.
La tuffatrice è un romanzo denso, la cui riflessione politica è complessa e articolata, spesso sfumata e mai sbattuta in faccia, molto più profonda della media delle distopie scritte sull’onda della moda del momento. Julia Von Lucadou non lascia spazio a una vera e propria via di uscita in una prigionia morbida e tutto sommato incruenta dove la biopolitica non viene imposta con la forza ma per assenza di reali alternative. L’intimità fredda di esseri umani che si identificano nei parametri di una socialità imposta che ne definisce lo status sociale e lo stato mentale viene raccontata con delicatezza e in punta di penna, tracciandone con attenzione le sensazioni, il senso di impotenza e il ripiegamento verso l’interno come unica vera forma di resistenza possibile. La cifra della scrittura di Julia Von Lucadou è la classe.
Il libro è disponibile in ebook, sarà possibile acquistarlo in cartaceo dal 14 maggio.