Bianca: lo short thriller di Federico Zampaglione
Girato completamente con un iPad durante il lockdown
La tragica situazione che stiamo vivendo a causa del Coronavirus ha avuto una forte ricaduta anche in ambito cinematografico: sale chiuse, festival cancellati o rimandati, set interrotti. Ma tanti registi non si sono dati per vinti, e hanno sfruttato al massimo la loro creatività girando cortometraggi tra le mura domestiche per mezzo di smartphone o tablet e con set casalinghi di fortuna, spaziando fra i generi più disparati. Durante la quarantena sono stati prodotti numerosi cortometraggi, e sono nati anche dei festival virtuali dedicati appositamente a questi lavori, fra cui ricordiamo in particolare il Roger Corman Quarantine Film Festival, promosso dal leggendario re dei B-movies. Anche in Italia non mancano brevi film di realizzazione domestica: spicca ad esempio Bianca di Federico Zampaglione, uno fra i maggiori esponenti del nuovo cinema horror e thriller italiano. Cantante (leader dei Tiromancino) e regista, dopo l’esordio con la dark-comedy Nero bifamiliare ha diretto Shadow – un torture-porn dai risvolti onirici – e il giallo Tulpa, un omaggio al modello argentiano arricchito da venature soprannaturali: tutti film di classe che sono tra i più importanti esempi del nuovo cinema di genere nostrano.
E da buon regista-artigiano, Zampaglione ha saputo fare di necessità virtù, condensando in 9 minuti un gioiellino di suspense: con Bianca il regista si è dedicato a uno dei filoni horror/thriller che oggi vanno per la maggiore, cioè l’home-invasion, storie incentrate su famiglie assediate in casa da misteriosi assassini. Un genere sfruttato al massimo (anzi, abusato) negli States, ma poco praticato in Italia – fra i pochi esempi, ricordiamo il buon Surrounded. Scritto dallo stesso Zampaglione insieme a Gianluigi Perrone – un altro nome di spicco del nuovo cinema italiano, produttore di film come Morituris, Oltre il guado, Eva Braun e Ritual – ha come protagonista Bianca: una bambina che è in casa con sua madre e che dovrà fronteggiare insieme a lei un misterioso invasore. Come tutti i corti girati durante il lockdown, anche Bianca è stato creato con pochissimi mezzi: un tablet per girarlo, montarlo e sonorizzarlo, un set domestico con illuminazione casalinga, attori presi in famiglia – Bianca e sua madre sono interpretate infatti da Linda Zampaglione e Giglia Marra, rispettivamente figlia e compagna del regista – e soli cinque giorni di riprese. E il bello è che tutto funziona incredibilmente bene. Mai come in questi casi – cioè i film girati durante la quarantena – la creatività è fondamentale per sopperire alla scarsità dei mezzi, e Zampaglione dimostra ancora una volta di essere un signor regista.
Pur nella sua inevitabile semplicità ed essenzialità, Bianca si rivela un ottimo esempio di home-invasion con tutti i crismi del genere e una tensione sempre crescente: la foto della bambina spedita via Facebook alla madre (anche la paura che corre via social è un topos ricorrente negli horror più recenti), il misterioso uomo che suona alla porta (interpretato dallo stesso Zampaglione, reso irriconoscibile da cappello e mascherina), il nascondiglio della bambina, la madre armata di coltello che si muove nella penombra, le minacciose inquadrature sull’esterno. Basta veramente poco per creare la suspense, e la genialità di Zampaglione – del quale si apprezza ancora una volta la solida regia – si nota anche nei dettagli, come le inquadrature che sfruttano al meglio i giochi di luci e ombre, e in vari espedienti che tengono alta la tensione. Da notare anche la bravura delle due convincenti interpreti e il geniale twist conclusivo, che aggiunge un ulteriore pizzico di cattiveria alla vicenda. Le musiche, dalle sonorità quasi gobliniane, sono dei Tiromancino, e il montaggio è realizzato dalla piccola Linda Zampaglione. Bianca è visibile in modo gratuito e legale su YouTube. Quando si tornerà alla normalità, sarebbe bello rivedere Zampaglione alla regia di un lungometraggio: il nuovo cinema italiano ne ha bisogno.