Bianca: la fase 2 del Re dell’horror
In anteprima per Nocturno il secondo corto di Federico Zampaglione girato in epoca Covid, col quale si attesta lo status di Master of Horror
Col Covid non si scherza. Ma nemmeno con Bianca. Per chi non avesse visto il corto di Federico Zampaglione diffuso qualche tempo fa, nel cuore epidemico della Fase 1, Bianca, è d’uopo rimandarne alla visione che è libera su Youtube, Per chi invece, e saranno i più, spero, ne avesse già fatto esperimento, diciamo solo che le sorprese, perfide e feroci, che riserva Bianca – Fase 2 – visto in anteprima da Nocturno – sono ancora più astute e ingegnose che nell’archetipo. Siamo nel qui e adesso, nel secondo step dell’Apocalisse pandemica, dove il peggio ce lo siamo lasciato alle spalle. Forse. Bianca e la madre si godono la prima giornata di libertà in un parco romano. Il posto è deserto, silenzioso. Ma magari pensiamo sia la prima bella giornata di primavera e la libertà le due se la godono. Bianca armeggia col cellulare, la mamma respira il verde a pieni polmoni. Finché le arriva una telefonata. Cose private, si alza e si allontana per parlare. Grande errore, perché ansima, argentianamente, tra le frasche solitarie una soggettiva tutt’altro che pacifica, che sta puntando la piccola. La mamma ritorna sui suoi passi alterata, perché Bianca, la pestifera Bianca, le ha detto tale “Tomas” al telefono, ne ha combinata un’altra delle sue. L’incazzatura le si spegne in gola. Bianca non c’è più.
L’ombra, il maniaco o quant’altro, che indossa molto prosaicamente delle ciabatte e calza, come da legge, la mascherina, se l’è trascinata via, mentre lei registrava con lo smartphone un balletto. La moda delle ragazzine. E adesso la piccola Bianca è in serissimi guai. La madre angosciata comincia a percorrere il labirinto vegetale, trova una specie di Sadako seduta a una fontana, che non parla. La guarda e basta. Intanto, da lontano, arrivano i mugolii della vittima, ma in quel ginepraio di viali e alberi, la madre trova solo il cellulare abbandonato. Il tempo stringe e le cose precipitano… Zampaglione, come in Bianca, anche in Bianca – Fase 2 si diverte in quel luogo in tutti i sensi “geniale” della sua ispirazione che è il thriller un po’ fatato e arcano di antica data, riletto alla luce di un realismo o di un iperrealismo che lo sintetizzano in una formula nuova. Cose che abbiamo detto e ridetto quando si trattò di capire che cosa fosse Tulpa. Del quale sia il primo sia questo secondo corto rappresentano una continuazione ideale, come stile, come approccio, come filosofia pratica.
Zampaglione ha fatto tutto o quasi da sé. Lo ha scritto (con Gianluigi Perrone), lo ha fotografato, lo ha diretto e lo ha musicato con i Tiromancino. Le donne sono sempre quelle di casa, sua figlia Linda Zampaglione, enfant prodige, la sua compagna Giglia Marra e la mamma di Linda, Claudia Gerini, che appare in un cammeo alla fine dei sedici minuti del corto, quando come si dice in questi casi, il diavolo rivela i propri piani. Il fandom dei thrilleristi ha di che scialare nell’identificazione dei rimandi ai classici. Chi scrive sarebbe persino tentato di dire che Bianca – Fase 2 chiude una catena che si aprì secoli fa con Lo strano vizio della signora Wardh dentro uno strano parco praghese, continuò con le insidiose tenebre calanti in un altro labirinto verde romano con Quattro mosche di velluto grigio e che oggi sono diventate le intersezioni dei camminamenti di ghiaia che la Marra calpesta sulle tracce della piccola (peste) svanita nel nulla. Se Zampaglione è riuscito a fare tutto questo da solo con il solo apporto di un iPad, non abbiamo timore di dire che quando si cimenterà con ben altri strumenti potrebbe rivelarsi il nuovo re dell’horror italiano.
Guarda il trailer di Bianca – Fase 2 su Fb:
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