Godzilla – La guerra dei 50 anni
Godzilla è un’icona culturale, la cui storia viene periodicamente rivisitata mantenendo intatti alcuni elementi, quali il rapporto del mostro con la città, la sua natura fondamentalmente amorale ma non malvagia tout court, e un’estetica che, lo scivolone di Roland Emmerich insegna, è un caposaldo che è meglio lasciare intatto, perché andarlo a variare, magari in un tentativo goffo di adattare il franchise allo spirito dei tempi, potrebbe rivelarsi una scelta infelice. Seppur con un successo inferiore, Godzilla ha una lunga tradizione fumettistica alle spalle, in cui si inserisce il lavoro di James Stokoe, Godzilla – La guerra dei 50 anni. La storia racconta di un militare giapponese che incontra Godzilla e, proprio perché ne esce vivo, viene reclutato in una task force che assorbirà la sua vita, passata alla caccia del mostro con cui in più di un’occasione si troverà a stringere alleanze dettate dalla necessità.
In una storia decisamente character driven, Godzilla è quasi un McGuffin, un motore narrativo la cui funzione è portare avanti la vita e l’evoluzione di un giovane guerriero che diventa un cacciatore scafato fino a trasformarsi in un vecchio soldato che ha dato tutti i suoi anni per una missione che ha spremuto tutte le sue energie. Godzilla – La guerra dei 50 anni è un racconto che oscilla tra Moby Dick e una riflessione sulla natura fondamentalmente egoistica e corruttibile dell’essere umano. Un fumetto solido a livello di scrittura, approfondito quanto basta e con un ottimo ritmo che si alterna con equilibrio tra i momenti action, brevi ma incisivi, e passaggi riflessivi magari un pelo più sviluppati ma mai pesanti.
James Stokoe ha una bella mano anche con i disegni, è di quella scuola di pensiero che prende qualcosa da Frank Quitely senza raggiungerne la profondità, diciamo un Daniel Warren Johnson o un Chris Burnham più acerbo. Del lavoro da fare c’è, ma se il punto di partenza è questo le premesse sono ottime. La costruzione delle tavole è curata, il senso della dimensione dei mostri è trasmesso con forza, forse solo i volti dei personaggi sono un po’ troppo cartooneschi, ma non è un peccato capitale. Godzilla – La guerra dei 50 anni è una rivisitazione gustosa di un mito impresso nell’immaginario collettivo, all’apparenza datato ma sempre pieno di potenziale.