Lacci
2020
Lacci è un film del 2020,diretto da Daniele Luchetti.
Lacci è tratto dall’omonimo libro di Domenico Starnone. Estrarre un film da un’opera letteraria non è mai un’impresa facile e spesso si cade nel banale, ma nel caso di Luchetti l’operazione riesce e porta a casa un buon risultato. Il film risulta atipico e in linea allo stesso tempo, l’intreccio della vicenda di Aldo e Vanda è ben rappresentato.“La trama è molto semplice, si esaurisce in cinque minuti: una coppia con due figli si lascia”, così descrive Luchetti stesso il suo lavoro all’interno della conferenza stampa del film, scelto per aprire questa settantasettesima edizione del festival del cinema di Venezia. Una trama che, però, viene valorizzata dando risalto ai sentimenti e a come questi non siano mai semplici e facilmente risolvibili, un tormento continuo nelle menti e nei corpi dei personaggi; un tormento a tratti violento che scuote e in altri momenti più sottile, che porta all’apatia verso tutto e tutti. Il cast è molto forte e ben assortito, troviamo interpreti come Adriano Giannini, Laura Morante, Silvio Orlando, Alba Rochwarter e Luigi Lo Cascio che interpreta Aldo versione anni’80 in modo impeccabile; quella più recente dell’Aldo invecchiato ai giorni nostri è invece interpretata da Silvio Orlando.
Lo Cascio da corpo al personaggio mettendone in risalto le contraddizioni, il suo avere l’anima divisa in due tra un amore intenso con la giovane Lidia e la tranquilla vita famigliare con la moglie Vanda e i due figli. Aldo è sospeso tra le due dimensioni e tentenna perennemente, non riesce a sciogliere i lacci che lo trattengono alla sua vita famigliare. Vanda (Alba Rochwarter) non riesce a superare il dramma dell’adulterio del marito, prova a togliersi la vita senza successo, in costante insoddisfacimento. La trama di Lacci, seppur labile, è ben rivelata in ogni momento, quello che coinvolge lo spettatore sono i risvolti sentimentali tra i personaggi, le loro emozioni. Curiosa la scelta del montaggio e dei colori, Luchetti non vuole essere troppo didascalico, fornisce i dettagli essenziali, sceglie di mostrarci dei momenti, possiamo dire dei nodi fondamentali, lasciando anche dei vuoti e, come diceva Oscar Wilde, presupponendo che ogni cosa celata diventi quasi desiderata; possiamo immaginare quello che accade tra i due spazi temporali del film (un balzo di trent’anni dagli anni ottanta ad oggi), ma non ne abbiamo la certezza.
Una menzione speciale per il sonoro, dove il regista stesso ci dichiara di aver pensato inizialmente ad un film senza musiche , perché voleva mettere in evidenza le azioni e la voce. Dare importanza in ogni scena volutamente ad un elemento per volta, che sia la voce, la musica oppure l’azione stessa che compiono i personaggi. Lacci è la scelta giusta per l’apertura di questa edizione anomala per molti aspetti, primo fra tutti il momento particolare che stiamo vivendo, peccato che la pellicola sia fuori concorso perché qualche premio (una migliore interpretazione magari) poteva rischiare di portarselo a casa.