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Fioriranno i meli su Marte

Autore:
AA.VV.
Editore:
Edizioni Future Fiction

Il nostro giudizio

Fioriranno i meli su Marte è un volume che va a comporre un altro tassello di un progetto straordinariamente coerente e prezioso come Future Fiction che, volume dopo volume, va a comporre il mosaico della fantascienza internazionale lontana dalla scena mainstream, portando in Italia una parte della produzione di paesi poco o nulla tradotti da noi. Fioriranno i meli su Marte punta i riflettori, e non è la prima volta per la casa editrice, sulla fantascienza russofona che, caduta l’Unione Sovietica e terminato un confronto tra superpotenze che non di rado aveva luogo anche sul terreno della cultura, è giunta a noi a macchia di leopardo con poche, rarissime pubblicazioni che di rado si spingono oltre il successo commerciale di Sergej Luk’janenko e i suoi Guardiani della Notte o le riproposizioni di classici come Staninslaw Lem o i fratelli Strugackij.

Fioriranno i meli su Marte è un volumetto agile con un compito improbo, ovviare a questa mancanza con una selezione di short stories autori contemporanei, più o meno attivi sulla scena negli ultimi vent’anni. Il risultato è certamente interessante e per certi versi spiazzante. Premettendo che chi scrive conosce l’editore ed è certo della qualità della traduzione, lo stile dei racconti è strano, per certi versi freddo, sicuramente suona diverso dal solito. Stesso dicasi per il mood del volume: i racconti trasmettono un senso di distacco e di durezza quasi alienante, di una cupezza solida e mai troppo drammatizzata. La raccolta non si lascia leggere facilmente ma non per demerito, il livello dei racconti è sempre alto, sembra piuttosto che il desiderio degli autori sia quello di una presa di distanza per selezionare i lettori all’ingresso e far entrare solo quelli più motivati, come in un posto dove i turisti, e i casual, non sono graditi.