Patrick
2013
Patrick è un film del 2013 diretto da Mark Hartley.
Patrick giace in coma in un piccolo ospedale privato, e la unica azione è lo sputare involontariamente. Una bella e giovane infermiera, separata dal marito, appena inizia a lavorare in ospedale percepisce che Patrick sta comunicando con lei. A quanto pare il ragazzo sta usando i suoi poteri psichici per manipolare gli eventi della sua vita.
A Mark Hartley va riconosciuto il merito di aver gettato uno spotlight su un genere sommerso e ai più sconosciuto come l’ozploitation, il cinema di genere australiano, che ha ampiamento analizzato nell’imprescindibile Not Quite Hollywood (2008). Adesso Mark ha deciso di compiere il salto di qualità e di passare da testimone a protagonista di questa, (forse) effimera, ripresa del cinema horror aussie, iniziata qualche anno fa dal Wolf Creek di Greg Mclean. E quale miglior opportunità del remake di uno dei film simbolo di allora?
Quel Patrick, che nel 1978 impose Richard Franklin all’attenzione mondiale. All’epoca, il film, sulle gesta di un ragazzo in coma (Patrick appunto) che, dal suo letto di ospedale, compiva una serie di omicidi grazie alla telecinesi, era semplicemente il film giusto al momento giusto e ha finito per influenzare la cinematografia horror del suo tempo (basti pensare al sequel non ufficiale realizzato in Italia, Patrick vive ancora!). Oggi, Hartley gioca la carta remake ripercorrendo fedelmente le linee guida della sceneggiatura di Everett De Roche (ilDardanoSacchetti dell’ozploitation), aggiornandola qua e là come poteva ma senza troppa convinzione. Per esempio, adesso Patrick (Jackson Gallagher) comunica con l’infermierina di cui si è innamorato (la Sharni Vinson di You’re Next), attraverso il computer e gli sms e si può dire che, a differenza di Machete, “Patrick text and text a lot”. Il resto della minestra viene insaporito con gli ingredienti di ieri, a uso e consumo dei fan: Patrick che sputa dal letto e l’immancabile balzo dalla finestra.
Manca però la volontà vera di trovare una chiave di lettura moderna e Hartley è uno studente troppo ossequioso dei suoi (cattivi?) maestri per dare colpi di coda. Il risultato è un film vecchio – il solito haunting movie ambientato nell’ospedale – e poco credibile, che si confonde nel marasma degli horror stright-to-video.