Red Rocket
2021
Red Rocket è un film del 2021, diretto da Sean Baker.
Sean Baker è sicuramente la voce più interessante e rivoluzionaria del panorama indipendente americano. Solo lui riesce a trascinarti all’interno di storie e personaggi che ti fanno toccare con mano un certo tipo di esistenza borderline che si consuma all’interno di grandi città o piccoli paesi di provincia. Da Four Letters Words (2000), a Tangerine (2015) fino a Un sogno chiamato Florida (2017), presentato quattro anni fa alla Quinzaine di Cannes, Baker ha sempre portato avanti lo stesso discorso esplorativo di una realtà aliena che esiste poco distante dalla porta di casa, bisogna solo saperla vedere e riconoscere. In Red Rocket, presentato questa volta in concorso e ingiustamente snobbato, l’attenzione si focalizza sul desolante landscape del countryside texano e Baker torna su un tema a lui caro, quello del cinema per adulti già esplorato alla sua maniera in Starlet (2012). L’ex pornostar Mikey Saber è costretto a tornare nella sua città natale dopo vent’anni di successi ed eccessi a LA. Ha perso tutto e, per sopravvivere, si trova a dover chiedere ospitalità alla ex-compagna che, dopo tanti tradimenti e abbandoni, aveva giurato di non rivederlo mai più. Lei prima è riluttante, ma poi accetta. Lui dice di essere cambiato, di aver messo la testa a posto e di voler ricominciare da capo. Lei si lascia convincere, in fondo è ancora innamorata, e lo accoglie in casa.
In realtà Mikey ha tutto un altro piano in testa: rilanciare la sua carriera come manager di una nuova pornodiva. Per fare questo, però, prima deve trovare la ragazza che identifica in una virginale cameriera non ancora maggiorenne che lavora in un fast food (la deliziosa Suzanna Son). Per tutta la vita Mikey è stato un manipolatore (soprattutto del gentil sesso) e non gli ci vorrà molto per far innamorare la giovane e convincerla a imbarcarsi in un’avventura che, nonostante le premesse, può rappresentare una via di fuga dalla triste realtà di provincia. Meglio darla via su internet che vendere ciambelle tutta la vita. In questo, Red Rocket ricorda lo scandaloso Pleasure, ma lo sguardo di Baker è meno pruriginoso di quello di Ninja Tybergh. Lui, in qualche modo, si appassiona veramente ai propri personaggi e ne delinea un’umanità complessa e profonda. Soprattutto per quanto riguarda Mikey che, pur essendo il re dei paraculi, riesce sempre a generare empatia nello spettatore. Grazie anche alla straordinaria performance di Simon Rex che, prima di diventare famoso come vj a MTV e iniziare una carriera nel cinema hollywoodiano, aveva esordito come protagonista di alcuni video hard gay. Red Rocket per Rex rappresenta quello che per Mickey Rourke ha rappresentato The Wrestler e per John Travolta Pulp Fiction, il film della ri-valutazione. Di sicuro la sua più grande e inaspettata prova d’attore.
In Red Rocket si affrontano temi difficili, si racconta un paese, il Texas, dove non c’è scampo e l’unica alternativa, qualunque cosa comporti, è trovare un modo per andarsene. Non è vita quella, tra inquinamento, spacciatori e povertà. In fondo, Mickey lo si può anche capire. L’unica cosa che vuole è ripartire, ricostruire sulle proprie macerie, anche se per farlo utilizza mezzi, diciamo, poco ortodossi. In quel posto sperduto nel buco del culo del mondo vige la legge della giungla e per farcela non si guarda in faccia a nessuno. Del resto la lezione l’ha ben appresa anche l’ex morosa (un’altra bravissima, Bree Elrod) e non esiterà a utilizzarla contro di lui. Red Rocket è un film di disperati ma che non si piange addosso. Baker ha la mano leggera, riesce a commuovere e a far sorridere. In alcuni momenti ricorda l’Harmony Korine di Spring Breaker, ma senza eccedere in visioni pop e musiche ossessive. Baker riconferma la poetica dei lavori precedenti e raggiunge un perfetto equilibrio tra immagine e narrazione, divertendosi pure a omaggiare la dichiarata passione per il cinema di genere (è un assiduo fan di Joe D’Amato), mostrando il poster di Wild Beast di Franco Prosperi appeso nella cameretta della giovane commessa. Potrebbe sembrare fuori luogo ma è solo un vezzo che fa tenerezza.