Spider-Man: No Way Home
2021
Spider-Man: No Way Home è un film del 2021 diretto da Jon Watts.
È stato il film più atteso dell’anno, complice anche una campagna di marketing studiata al punto giusto. Teorie, analisi, ogni frame di Spider-Man: No Way Home è stato studiato attentamente per suscitare curiosità anche allo spettatore più scettico. Complice la nostalgia e la voglia di sperare in un Universo tanto atteso, ma che non avremo mai pensato di vedere realmente. Dopo i primi due capitoli, il giovane Peter Parker torna a salvare le strade di New York, ma anche stavolta dovrà fare i conti con i suoi problemi personali. La sua identità è stata ormai rivelata e questo – come accadrebbe a ogni supereroe – avrà delle ricadute sulla vita di tutti i giorni. Solo una persona può rimediare a tutto ciò, ma come per tutte le cose che richiedono un grande sforzo, c’è sempre un prezzo da pagare. Un viaggio interiore che porterà Peter a maturare sia dal punto di vista personale che sentimentale, prendendo decisioni che cambieranno per sempre la sua vita. Il rischio, soprattutto con operazioni di questo genere, è sempre quello di bruciare le aspettative. Ma da questo punto di vista, forse l’unico pregio del film, sono tutte quante rispettate, mettendo al primo posto le richieste del fandom più accanito. Dall’altro lato, questo fan service continuo potrebbe far storcere il naso a una grossa fetta di pubblico.
Questo perché la sceneggiatura racchiude sì un grosso numero di villain e personaggi, ma al tempo stesso snatura la loro profondità, specialmente per personaggi come il Doctor Octavius, che se nel film di Raimi risultava una persona saggia e dai pensieri ponderati, qui viene completamente imbottito di frasi banali e tipiche del genere supereroistico. Caratterizzazioni mal equilibrate, dove si sceglie di dar spazio a figure che non hanno mai avuto tutto questo grande riscontro, come il personaggio interpretato da Jamie Foxx, ovvero Electro. La voglia di osare, specialmente con un soggetto così interessante e ricco di spunti, non c’è minimamente. Se nei primi capitoli diretti da Raimi c’era la voglia di approfondire i personaggi prendendosi tutto il tempo possibile, toccando anche altri capitoli, in Spider-Man: No Way Home si tende a chiudere ogni situazione nel minor tempo possibile. A fine visione ogni cosa dev’essere al suo posto, lasciando in secondo piano le caratterizzazioni e lo spazio che richiede ogni singolo personaggio. Il tutto si riduce ad una scrittura elementare volta a soddisfare i fan del fumetto, che siano grandi o piccoli (anche se quest’ultimi hanno sicuramente un occhio di riguardo). Lo Spiderman di Holland è una figura ingenua, ma che questa volta dovrà imparare da ogni suo singolo errore.
La sua è un interpretazione tutto sommato azzeccata. Nulla di eccezionale, ma che funziona all’interno del contesto supereroistico. Il resto del cast non si può definire ben gestito, anche perché Willem Dafoe ruba la scena praticamente a ogni singolo membro, ma sono i vari Jamie Foxx e Rhys Ifans a non funzionare. Il primo, sembra non crederci più di tanto nonostante lo spazio che gli viene concesso, mentre il secondo soffre della poca caratterizzazione. Sicuramente The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro, ma anche No Way Home ci hanno insegnato una cosa molto importante, che forse ancora alcuni registi scordano: non ha senso inserire così tanti personaggi se poi non vengono valorizzati. Perché Spider-Man: No Way Home vuole essere semplicemente un’operazione nostalgica, che sceglie di accontentare i fan, piuttosto che provare a raccontare qualcosa di nuovo e al tempo stesso rischioso. Una festa meravigliosa per alcuni, un’occasione sprecata per altri.