Sacrifice
2020
Sacrifice è un film horror del 2020 diretto da Andy Collier e Toor Mian.
Sacrifice arriva dalla fredda e plumbea Norvegia, nonostante sia di produzione inglese. Tratto dal racconto Men of the Cloth di Paul Kane, è un folk horror ispirato neanche troppo lontanamente alla tradizione lovecraftiana che mette radici in una terra in cui cultura e tradizioni sono così importanti da influenzare pesantemente la vita degli abitanti del luogo, persino di chi ritorna dopo anni in circostanze fortuite, ignaro di cosa troverà. Dopo la morte della madre, Isaac decide di ritornare nel suo luogo di nascita per ereditare la vecchia casa dei suoi genitori. La moglie Emma, incinta, decide di accompagnarlo lungo il viaggio. I due giovani si ritroveranno in un luogo sperduto della profonda Norvegia, abitato da una comunità fortemente legata a cultura e tradizioni e restìa ad accogliere chiunque non sia nato e cresciuto lì. Isaac ha pochi ricordi del suo passato, sua madre lo portò via una notte dandogli poche spiegazioni, ma il ritorno nella casa di famiglia e la conoscenza degli abitanti sembra attirarlo verso un mondo oscuro fatto di riti pagani e divinità marine dai lunghi tentacoli a cui le persone del luogo portano un grande rispetto. Dai luoghi nordici, dopo Midsommar di Ari Aster, possiamo aspettarci di tutto, anche un mostro marino tentacoloso chiamato Il Dormiente che vive in una baia controllando vita e morte di una piccola comunità talmente intimorita dal potere divino da aver troncato ogni rapporto con la terraferma.
Isaac ed Emma sono inizialmente visti come intrusi, eppure alla notizia che l’uomo è un autoctono cresciuto lì cambiano atteggiamento, diventano tutti gentili e cordiali, forse un po’ troppo. La mente di entrambi verrà confusa, quasi plasmata da una presenza indefinita. Le notti della donna verranno tormentate da incubi sempre più macabri riguardanti il marito e il bambino che porta in grembo, mentre l’uomo dopo aver partecipato ad una sorta di battesimo d’iniziazione diverrà scostante, violento e fin troppo accondiscendente verso la comunità. In Sacrifice il soprannaturale fa da ago della bilancia per una coppia in apparenza forte e solida il cui legame si spezza a causa dei fantasmi del passato e delle radici culturali di Isaac. Proprio per questa centralità del dramma familiare, infatti, è limitante definirlo un semplice horror, perché sono riscontrabili sfumature di giallo e thriller sin dall’inizio, così da rendere ancora più ricca l’esperienza cinematografica. Diversamente dal sopracitato Midsommar, Sacrifice non rinuncia alle atmosfere nordiche e ai paesaggi sognanti di quelle terre a noi lontane.
Stile ed estetica sposano perfettamente i colori freddi e sinistri della Norvegia, uniti a qualche guizzo visivo nei colori e più in generale nella fotografia che dà l’idea di una creatura appartenente a mondi lontani e di un contesto in cui una follia silenziosa ma in costante crescita mette salde radici nella vita e nella mente dei protagonisti. Valore aggiunto e meritevole di menzione la presenza di una regina dell’horror come Barbara Crampton. Nel film interpreta l’agente di polizia locale, una donna apparentemente buona e di sani principi che onora l’uniforme che indossa. Un personaggio più sfaccettato di quel che sembra, un’attrice che ha messo a disposizione tutta la sua esperienza da scream queen e che è sempre un piacere veder recitare. Sacrifice è un buon prodotto lovecraftiano, un horror che ha molto puntato sull’aspetto visivo un po’ a discapito di una sceneggiatura che, per quanto semplice e lineare, non manca di fare qualche piccola sorpresina al pubblico. Il finale, assolutamente angosciante, è tra queste.