Proxy
2013
Proxy è un film del 2013 diretto da Zack Parker.
Esther è incinta, ma quando viene aggredita da uno sconosciuto perde il bambino. Per superare lo shock prende parte a una terapia di gruppo e incontra Melanie, una giovane vedova che ha perso figlio e marito in un incidente stradale. Tra le due si instaura uno strano legame, ed Esther comincia a pedinare l’amica scoprendo che tutto quello che le ha raccontato è una grande menzogna: il marito e il figlio sono vivi…
Esther (Alexia Rasmussen) è incinta. Uscita dal consueto controllo medico, viene aggredita da uno sconosciuto che, dopo averla derubata, la prende a mattonate sulla pancia. Esther sopravvive ma perde il bambino. Per superare lo shock, la giovane prende parte a una terapia di gruppo. Qui incontra Melanie (Alexa Havins), una giovane vedova che ha perso figlio e marito in un incidente stradale. Tra le due si instaura un legame morboso che va al di là della reciproca solidarietà, almeno da parte di Esther, che comincia a pedinare l’amica scoprendo che tutto quello che le ha raccontato è una grande menzogna.
Marito e figlio sono vivi o, almeno, lo sono ancora per poco, perché Esther si introduce in casa di Melanie e affoga il ragazzino. Poi arriva il marito che prende Esther a pallettoni. Siamo solo all’inizio di un film che vuole colpire allo stomaco (la scena del pancione preso a sassate, lo escluderà da non pochi circuiti) ma che si riempie di tanti e tali linee narrative e registri cinematografici (in uno spettro che va dal dramma sociale al grottesco grandguignolesco) che ci si perde quasi subito. Zack Parker (quello di Scalene) è uno che ha tante, troppe, cose da dire, in Proxy le dice tutte insieme, in una cacofonia di immagini che disorienta e non convince. Come non convince la facile critica alla società dell’apparire che esplode così, inaspettata, nel finale.